In chat non è solo sesso
Oggi sarà pure un algoritmo a suggerire il colpo di fulmine, ma dentro le app di incontri passano ancora sentimenti “tradizionali”. Il dialogo amoroso fa lo slalom tra abbreviazioni, emoticon, simboli grafici: un linguaggio universale che detta i tempi, esige leggerezza, inneggia alla trasgressione erotica e maschera - ma non cancella - la voglia di innamorarsi. Questa è la conclusione a cui è giunto Mariano Lamberti, regista e scrittore, nel suo libro Amore, sesso e altri emoticon, una raccolta di 12 dialoghi avvenuti in chat come Tinder, Meetic, Badoo. «Da queste conversazioni emerge che i protagonisti non possono fare a meno di proiettare emozioni su persone che non conoscono, di fatto delle identità virtuali», racconta l’autore. «E anche quando sembra che la posta in gioco sia solo un incontro di sesso, tra le righe emerge un grande bisogno di contatto umano, una voglia di comunicare e di trovare l’anima gemella». Secondo un recente sondaggio, usare queste app per fare amicizia è considerato un obiettivo importante per il 40% degli utenti, segue la finalità di procurarsi incontri sessuali (per il 36%). Nel 30% dei casi, però, si aspira a un appuntamento romantico. Peccato che solo un utente su quattro riesca a vivere una storia duratura. «Le app sono solo un mezzo, un’occasione in più per conoscersi, approcciarsi all’altro con più facilità», avverte Lamberti. «Ma la tecnologia non è tutto. Il fattore umano continua a essere determinante per il buon successo di una relazione, amorosa o sessuale che sia».