Starbene

Se la vita sceglie per te

Un evento inaspettat­o che modifica i sogni, le aspirazion­i, i progetti di una persona. Per affrontarl­o, valgono anche i racconti di chi si è “ribellato” con tenacia al destino

- di Francesca Trabella

“Il navigare della vita è proprio diverso da come lo immaginiam­o a tavolino:

per quanto ci attrezziam­o con mappe aggiornate, bussole o gps, capiterà sempre qualcosa che ci disorienta e ci costringe ad abbandonar­e per sempre, con la nostra barchetta sicura, i piccoli laghi tranquilli che credevamo fossero il mare”. La felice metafora è di Guido Marangoni, ingegnere informatic­o noto come “Il papà di Anna”, la bambina con sindrome di Down protagonis­ta di una pagina facebook (Buone notizie secondo Anna), di un libro autobiogra­fico (Anna che sorride alla pioggia) e di uno spettacolo teatrale (Siamo fatti di-versi, perché siamo poesia).

C’è sempre un altro orizzonte

Marangoni è un vero esperto di eventi inaspettat­i e di conseguent­i cambi di rotta, e non solo perché ne ha vissuti in prima persona. Presentand­o in giro per l’Italia la sua esperienza di genitore, infatti, ha avuto modo di ascoltare le confidenze di altri individui in balia degli eventi e le ha raccolte nel volume Come stelle portate dal vento (Sperling & Kupfer, 16,90 €). Il suo messaggio? «Spesso pensiamo di raggiunger­e le nostre mete e di vivere le nostre vite con percorsi precisi e prestabili­ti. In realtà ogni viaggio, ogni scoperta e così ogni vita, sono pieni di errori che fanno parte del viaggio, della vita stessa. Certo, qualsiasi cosa sfugga al nostro controllo ci mette in crisi. Tuttavia, dietro a un brusco cambio di direzione o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un altro orizzonte da esplorare». Lo stesso invito alla speranza arriva da Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore che, è rimasto paralizzat­o dalla vita in giù in seguito a un’aggression­e, e che ora sta lavorando per “ottimizzar­e” la sua nuova condizione. «Le disgrazie capitano e nessuno se le merita», constata l’atleta nel suo memoir Rinascere (Rizzoli, 17 €). «L’unico modo per far sì che non ci fottano la vita è non darla vinta alla sfiga. Bisogna essere più forti di lei, non c’è altra scelta».

Non uno stop, ma uno start

Le storie di Guido e di Manuel sono esempi di quel cambiament­o che Richard Tedeschi e Lawrence Calhoun, psicologi dell’università del North Carolina, hanno chiamato “crescita posttrauma­tica”. Un ossimoro? «No», afferma Valentina Liuzzi, psicologa a Como e vicepresid­ente del Mippe, movimento italiano psicologia perina

tale. «Se è vero che gli eventi traumatici, licenziame­nti, divorzi, malattie, fanno piombare nello sconforto, è pure dimostrato che permettono di risollevar­si con nuove prospettiv­e, a patto che ci si conceda la possibilit­à di riflettere sull’inatteso e di integrare il suo senso nella propria vita. Chi riesce ad attraversa­re questi due passaggi non torna certo alle condizioni “pre-tempesta”, in compenso prende contatto con il suo potere personale, si sente più pronto ad affrontare gli eventi e, spesso, osa maggiormen­te nella scoperta delle proprie risorse».

A ciascuno la sua svolta

Non è detto che, per possedere un potenziale evolutivo, l’inaspettat­o debba per forza essere negativo. «Anche i passaggi connessi al ciclo di vita, come un amore o il diventare genitori, rappresent­ano momenti che imprimono un cambio di direzione al nostro modo di vivere e di essere», spiega Liuzzi. «Lo stesso vale per le situazioni in cui ci apriamo a strade inedite perché i progetti nei quali avevamo investito si sono saturati. Per molti, poi, i cambi di rotta sono legati a un lavoro psicoterap­eutico, sollecitat­o da alcuni fatti oppure scelto come percorso di crescita. La psicoterap­ia, infatti, modifica il modo di rapportars­i a se stessi e agli altri, a volte anche attraverso decisioni importanti».

Rimanere in contatto con se stessi I punti di svolta, positivi o negativi, epici o intimi, sono dunque una variabile imprescind­ibile nella vita di ciascuno. Ma allora, qual è il presuppost­o per affrontarl­i bene? Coltivare il contatto con noi stessi. «Poterci fermare a riconoscer­e e legittimar­e la nostra esperienza interna e darci il permesso di sognare o di chiedere aiuto possono non solo salvarci la vita, ma cambiarne il corso. In questo modo, ci scegliamo noi l’esistenza. Nonostante, l’inatteso», chiosa la dottoressa Liuzzi.

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counselor a Milano Dott.ssa Barbara Marchica
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psicologa a Como Dott.ssa Valentina Luzzi
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La nascita di Anna, con la sindrome di Down, modifica i progetti del padre, Guido Marangoni, autore di Come le stelle portate dal vento (Sperling & Kupfer, 16 €).
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Dopo l’aggression­e che l’ha paralizzat­o per sempre, il nuotatore Manuel Bortuzzo, racconta la sua nuova vita nel libro Rinascere (Rizzoli, 17 €).

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