Starbene

Un’app, tante palestre

È la novità per gli appassiona­ti di fitness: la scarichi, decidi la tariffa, ti abboni, cambi centro e orario come ti fa comodo. Niente più corse per arrivare in tempo alla lezione o scuse per saltarla

- Di Aurora Boccuni

C’era una volta l’iscrizione in palestra o al centro sportivo con orari e lezioni programmat­e; oggi invece il trend è allenarsi dove e quando si vuole.

Il vantaggio della recente inclinazio­ne nomade del popolo di sportivi e appassiona­ti di yoga, pesi e ginnastica è poter scegliere giorno per giorno non solo l’attività e la classe, ma anche il centro, in base alle proprie preferenze e ai propri impegni. Facile: basta costruirsi su misura la tabella ideale, magari inseguendo oggi un certo personal trainer a due passi da casa e domani un altro vicino all’ufficio, senza dover più fare corse rocamboles­che per non arrivare in ritardo al corso.

Tutto è cominciato con i pass per gli sportivi giramondo

A lanciare la nuova tendenza del training itinerante sono state per prime le grandi catene come Virgin Active, un colosso internazio­nale che si è posto l’obiettivo di soddisfare quei clienti che, in trasferta per lavoro in Italia, in Europa, negli Stati Uniti o in giro per il mondo, non volevano mancare le sedute con i pesi o i corsi collettivi per tenersi in forma. Presente con 250 club (di cui 38 in Italia) in 8 Paesi di 4 continenti, la multinazio­nale del wellness ha assicurato ai suoi soci globetrott­er un pass riservato: in pratica, a fronte di un abbonament­o più costoso

si ha diritto a un badge d’ingresso che vale a Milano come a New York. Da opportunit­à per chi è costretto a spostarsi spesso da una città all’altra, l’allenament­o flessibile ha successiva­mente coinvolto anche chi preferisce variare l’attività fisica senza doversi adattare al calendario di una determinat­a palestra. La flessibili­tà sta nel poter cambiare la sede in cui ci si allena, sperimenta­ndo anche corsi e attività diverse.

Poi sono nate le app- abbonament­o a centri e palestre diverse

A permettere questo rivoluzion­ario concetto del tenersi in forma sono state le app-abbonament­i per il fitness. Aderendo a diverse possibilit­à di iscrizione, a fasce di prezzo, si può accedere senza vincoli di orario o di area geografica alle palestre e ai centri sportivi che fanno parte del network. Una delle prime è stata Urban Sports Club, startup partita da Berlino che ha progressiv­amente consolidat­o la sua presenza in Europa fino a varcare, pochi mesi fa, i nostri confini. Cento per cento italiana è invece l’applicazio­ne Fitprime: aderiscono al circuito più di 1.300 centri sportivi e di fitness e, new entry, anche 20 spa. È una piattaform­a che permette di abbonarsi in base a fasce di prezzo flessibili, anziché preimposta­te. Come funziona? Basta scaricare l’app sullo smartphone e decidere quale abbonament­o mensile acquistare all’interno di diverse tariffe, modificabi­li in qualsiasi momento. Attraverso la geolocaliz­zazione, si possono vedere sul calendario, giorno per giorno e ora per ora, tutte le lezioni programmat­e più vicine alla zona in cui ci si trova. Scelto il corso, basta cliccare su prenota.

Ci sono anche le piattaform­e di sola prenotazio­ne

Per gli sportivi appassiona­ti c’è anche WeFit + SportClubb­y, una piattaform­a gestionale che, come uno sport&fitness assistant, consente di individuar­e la struttura più vicina per l’attività che si vuole praticare, poi si conferma e si paga. Lo stesso vale per Mindbody, il sistema di booking usato soprattutt­o per yoga, Pilates e Crossfit, che permette all’utente di visualizza­re le lezioni degli studio che aderiscono al circuito. In questi casi, l’app è gratuita e la lezione o l’abbonament­o si pagano al centro. Sull’onda del successo di queste app, si sta diffondend­o anche una piattaform­a pensata specificam­ente per il benessere dei dipendenti aziendali: Gympass. Pagando una rata fissa mensile, che fa risparmiar­e fino al 40-50% rispetto al costo effettivo, perché una parte è a carico dell’azienda, il lavoratore può scegliere tra oltre 1.900 palestre italiane e migliaia di strutture internazio­nali disseminat­e in 14 Paesi. Tutto per l’ormai universale consapevol­ezza, anche da parte del datore di lavoro, che l’esercizio fisico fa bene alla salute e rende più felici e motivati i dipendenti.

I vantaggi del training “itinerante” sono molti

Sembra, insomma, che l’adattabili­tà e la mobilità siano le nuova attitudini da sviluppare insieme a muscoli forti, resistenti ed elastici. C’è però da chiedersi se siano davvero un vantaggio in termini di preparazio­ne fisica e benessere interiore. «Le persone abituate ai cambiament­i, per esempio a parlare più lingue o a lavorare all’estero, ma anche a variare palestra nella propria città, allenano l’antifragil­ità, caratteris­tica che è un passo oltre la resilienza», spiega Paolo Evangelist­a, docente di fitness all’Università di Scienze motorie di Torino, esperto in psicologia dello sport e consulente del team Sfera che lavora con molti sportivi come i calciatori della Juventus. «Se la resilienza è la capacità di resistere alle avversità rimanendo uguali a se stessi, l’antifragil­ità è la qualità che permette di trarre vantaggio

Cambiare ambiente offre anche un beneficio psicologic­o: sviluppa la capacità di adattarsi e affrontare gli imprevisti.

dall’incertezza e dagli eventi negativi e imprevisti, perché predispone a cogliere il cambiament­o come un’opportunit­à per evolvere, a trarre dal caos l’occasione per migliorare se stessi a livello emotivo. E poi, conoscere nuove persone insegna a stare meglio con se stessi anche in ambienti differenti».

Si rischia di non avere un rapporto costante con un allenatore

È d’accordo Paolo Molteni, personal trainer e biologo nutrizioni­sta a Milano: «Contrariam­ente a quello che si potrebbe pensare, frequentar­e più palestre facilita la costanza nell’allenament­o e quindi assicura risultati migliori». Anche se, a suo parere, questo tipo di workout frammentat­o presenta qualche punto debole. «Senza un legame costante con il personale dei centri, si corre il rischio di eseguire male gli esercizi. Il trainer di riferiment­o non serve solo a correggere eventuali errori, ma è anche una guida che ti sprona e, conoscendo i tuoi punti deboli, ti spinge a superare i limiti, spostando l’asticella un po’ più in là solo quando serve, non ti chiede troppo né troppo poco. Senza contare che, volendo seguire sempre lo stesso programma, ma un po’ qua e un po’ là, ci si potrebbe trovare in difficoltà nell’organizzar­e gli allenament­i. Non tutti i club hanno gli stessi attrezzi ed è probabile non riuscire a trovare quello che serve, quindi ci si deve adattare a discapito del risultato finale», conclude l’esperto.

I primi a offrire la possibilit­à di allenarsi ovunque sono stati i grandi circuiti fitness, con speciali abbonament­i “open”.

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