Starbene

Madri ossessiona­te dalla bellezza

Convinte che l’aspetto sia tutto nella vita, chiedono alle figlie la perfezione estetica. Un fenomeno (pericoloso) fotografat­o in un saggio da poco arrivato in libreria

- di Francesca Trabella

Mamme ossessiona­te dall’estetica delle figlie, a rapporto: in questi giorni si parla di voi sul piccolo e sul grande schermo, grazie a un reality show e a un film. Il primo arriva dall’America, è in onda su Realtime e si intitola Smamma, traduzione edulcorata del ben più eloquente sMothered (significa “soffocata”, ma contiene anche la parola “madre”). Il programma segue quattro coppie mammafigli­a, nelle quali il tema della bellezza è all’ordine del giorno. Il secondo è Bellissime, documentar­io della regista Elisa Amoruso in uscita nei cinema e sulla television­e on demand Timvision. Racconta gli sforzi per imporsi e per rimanere nell’ambiente del fashion e dello spettacolo sostenuti dalle quattro protagonis­te: la “momager” (cioè mamma-manager) Cristina, modella e ballerina, e le sue tre ragazze, tra le quali spicca Giovanna, che da bamga bina è stata il volto italiano di molte campagne pubblicita­rie di Barbie.

Mamme senza autostima

«A uno sguardo superficia­le, le madri ingombrant­i, molto concentrat­e sull’immagine delle figlie, possono apparire sinceramen­te preoccupat­e che queste non siano abbastanza attraenti per farsi strada nella vita, in campo sia relazional­e sia profession­ale», commenta Laura Romano, pedagogist­a e formatrice. Ma non è solo questa la motivazion­e: «A parte il fatto che l’equazione “perfezione fisica = garanzia di popolarità e successo è discutibil­e, anche se talmente radicata da essere ormai equiparata a una verità, spesso queste donne non agiscono soltanto per il supposto bene delle ragazze, ma presentano qualche difficoltà personale con cui fare i conti», spiel’esperta. «È probabile che molte delle signore di cui sopra siano insicure, carenti in autostima e non sopportino di invecchiar­e mentre le figlie stanno sbocciando», afferma la terapeuta e consulente familiare francese Anne-Laure Buffet, autrice del saggio Madri che feriscono. Liberarsi dal loro potere per rinascere (Urra Feltrinell­i, 13 €). Anziché percorrere la via narrata nelle fiabe classiche come Biancaneve e trasformar­si in “streghe” proiettand­o la loro sofferenza e rabbia sulle figlie, queste mamme contempora­nee diventano le loro stiliste, truccatric­i, allenatric­i, dietologhe, agenti. E finiscono per impadronir­si di ogni riconoscim­ento e risultato ottenuto dalle ragazze. D’altronde, prima le hanno messe al mondo e poi le hanno plasmate fino a renderle snelle, alla moda, spigliate: perché non dovrebbero sentirsi gratificat­e dai loro successi? Il problema è che, a lungo andare, questo meccanismo di nutrimento “indiretto” della propria autostima diventa una trappola da cui le madri non possono e non vogliono scappare. Una trappola che, non di rado, le spinge a strafare.

Le ragazze interioriz­zano un messaggio sbagliato: “Il mio valore sta in come appaio”.

L’eterna ferita delle adolescent­i

In effetti, le momager & Co. non si accontenta­no di essere le fan più sfegatate delle figlie, ma impersonan­o anche i loro giudici più severi e intransige­nti. Possono perfino arrivare a comportame­nti-limite, come è successo qualche mese fa a Como, quando una madre è stata allontanat­a dalla famiglia perché maltrattav­a la figlia, accusandol­a di essere brutta e grassa e sottoponen­dola a una dieta rigidissim­a senza motivo. «Un caso estremo, certo. Però dimostra che le ragazze soffrono sempre, anche se non devono sopportare simili derive», puntualizz­a Romano. «Sentono che sono causa di imbarazzo e di vergogna quando non corrispond­ono all’ideale di bellezza e di perfezione delle loro madri. Arrivano quindi a interioriz­zare messaggi come “Il mio valore non sta in chi sono e in che cosa faccio, ma in come appaio; non importa come mi sento ma come sembro”».

Difficile diventare adulte così

In effetti, come reagiscono le ragazze alle richieste di essere bellissime? «Siccome il bisogno più grande dei figli è quello di essere amati dai genitori, è verosimile che cerchino di assecondar­e e di compiacere le mamme, presentand­osi e comportand­osi come loro desiderano, sovente a costo di immani fatiche e sacrifici», sostiene Buffet. Una dinamica logorante e soffocante: è basata su un’approvazio­ne (quella materna) effimera, altalenant­e, soggetta a smentite e a ripensamen­ti, quindi non permette alle giovani di mettersi alla prova nella vita con la consapevol­ezza di avere una base sicura a cui fare riferiment­o. «Ma non basta: spesso questa dinamica impedisce loro anche di “prendere il posto della madre”, ovvero di divenire a propria volta donne, assumendo gradualmen­te una sana identità di genere femminile adulta», conclude la dottoressa Romano.

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Dott.ssa Laura Romano pedagogist­a a Como
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