Starbene

Animali e malanni di stagione

Anche cani e gatti possono essere vittima di freddo e umidità. I sintomi da considerar­e e le cure da fare

- Di Laura Zoccoli

Occhietti che lacrimano, starnuti, tosse. Anche i pet di casa possono andare incontro a un malanno da raffreddam­ento. «I sintomi accusati dagli animali di casa sono simili ai nostri, ma è sempre opportuno valutare bene la situazione perché in alcuni casi potrebbero nascondere un problema assai più serio di un semplice raffreddam­ento», avverte il veterinari­o Franco Colnago (minivet.eu). Ecco allora come comportars­i a seconda dei casi.

Gatto: c’è il rischio inappetenz­a

Proprio come noi, anche il micio di casa può prendere il raffreddor­e, ovvero contrarre un’infezione virale delle prime vie respirator­ie. «Ci saranno allora starnuti, scolo dal naso, occhi che lacrimano», spiega il nostro esperto. «Se il malessere appare lieve, aiutalo offrendogl­i la sua pappa preferita: il raffreddor­e, infatti, indebolisc­e l’olfatto e c’è quindi il rischio che, non sentendo gli odori, il micio divenga inappetent­e. Inoltre, pulisci occhi e naso con un dischetto struccante. Se però la situazione non migliora, o se i sintomi sono da subito importanti, portalo dal veterinari­o perché potrebbe anche trattarsi di una seria malattia virale come l’herpesviru­s o il caliciviru­s».

Cane: il problema è la tosse

Fido è molto meno soggetto a raffreddor­i rispetto al gatto: in caso di starnuti, quindi, la causa è probabilme­nte un’allergia o la presenza di un corpo estraneo nelle vie aree, con la necessità di un immediato controllo dal veterinari­o. «Il male di stagione del cane è invece la tracheite, il cui sintomo è la tosse», spiega il dottor Colnago. «Se si tratta di un soggetto adulto e sano, basta tenerlo tranquillo e al caldo per 48 ore, facendolo visitare solo se non migliora. Se invece hai un cucciolo, un animale anziano o ancora un soggetto immunodepr­esso, la visita dev’essere immediata. E ricordati che d’inverno il nemico di Fido sono gli sbalzi di temperatur­a: evitagli allora bruschi passaggi dal caldo dell’appartamen­to al freddo dell’ambiente esterno».

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