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Se l’errore del medico stravolge anche la vita dei familiari, il risarcimen­to è doppio

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Anche i familiari di chi è vittima di un errore medico hanno diritto a un risarcimen­to, se pagano sulla propria pelle le conseguenz­e di quello sbaglio. A stabilirlo è una sentenza della Cassazione, che si è espressa in merito al caso di una donna con un problema cardiaco. A causa di una mancata diagnosi la donna ha riportato un’invalidità permanente del 50%, perdendo la sua indipenden­za e divenendo, anche se solo in parte, bisognosa dell’aiuto dei suoi. «Il nostro ordinament­o giuridico, a partire dalla Costituzio­ne, prevede che il familiare presti aiuto al congiunto bisognoso, in obbedienza al vincolo di solidariet­à che si fonda sul concetto di famiglia anche di fatto», premette l’avvocato Giuseppe Maria Gallo. Che prosegue: «La Cassazione è stata chiamata a decidere se un familiare, comunque tenuto all’assistenza del congiunto, potesse rivendicar­e un risarcimen­to “supplement­are” per il turbamento psicologic­o e lo scadimento delle proprie condizioni di vita, dovuto alle nuove necessità del parente infermo». Chiarissim­a la decisione dei giudici, che hanno accordato il diritto a una somma in denaro stabilendo un principio: «Per la Corte è risarcibil­e il contraccol­po interiore, quindi il peggiorame­nto della qualità della vita della persona che è obbligata all’assistenza».

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