Contro il diabete concentra i pasti
Un nuovo studio clinico del Salk Institute for Biological Studies, pubblicato su Cell Metabolism, suggerisce una cura alternativa per le persone che soffrono di sindrome metabolica: concentrare l’assunzione giornaliera di cibo nell’arco di 10 ore (per esempio: facendo colazione alle 8, pranzo alle 12 e cena alle 18). I ricercatori hanno visto che mangiare in questa finestra temporale è vantaggioso per la salute: favorisce la perdita di peso e la riduzione del grasso addominale, abbassa la pressione sanguigna e il colesterolo cattivo (Ldl) contribuendo a prevenire sia le malattie cardiovascolari sia il diabete. «Sono ormai numerosi gli studi che concordano nel dire che l’organismo risente negativamente di un regime alimentare non allineato con la naturale alternanza giorno-notte (i famosi ritmi circadiani)», commenta la dottoressa Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice dell’Ieo di Milano. «Accorciando la cosiddetta eating window evitiamo di sovraccaricare di lavoro il pancreas, che aumenta la produzione di insulina quando mangiamo (normalmente di giorno) e la rallenta di notte. Non solo. In carenza di cibo l’organismo mette in atto un meccanismo di protezione, simile a quello attivato nei periodi di carestia: usa la poca energia introdotta per la conservazione delle cellule e attiva i geni della longevità, a tutto vantaggio della nostra salute».