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Cosa aspettarti dal collagene

Viene consigliat­o per risolvere un’infinità di problemi in campo estetico e medico. Ecco in quali casi la sua efficacia è ormai confermata e dove invece c’è ancora incertezza

- di Paola Rinaldi

Ormai da qualche anno impazza la sua vendita in fiale, capsule, bustine, drink, cioccolati­ni, tisane funzionali e gomme da masticare che promettono di regalare una

nuova giovinezza, migliorand­o visibilmen­te l’aspetto di pelle, capelli e unghie. Ma l’estetica non è l’unico settore d’impiego per questa superprote­ina, che sta vivendo il suo momento di gloria soprattutt­o in ortopedia, dove assicura ossa, muscoli, tendini e legamenti più robusti, a dispetto dell’età. Ma cos’è il collagene? E sono reali i benefici citati sulle etichette di certi integrator­i, come minore infiammazi­one, sonno ristorator­e, controllo dell’appetito e maggiore energia? «Il collagene è la proteina più abbondante nel nostro organismo, che agisce come una sorta di “colla” per tenere insieme le varie parti del corpo», spiega Eleonora Galmozzi, medico chirurgo odontoiatr­a, responsabi­le nazionale del gruppo Cicap-Med contro le pseudoscie­nze e membro della Federazion­e nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatr­i. «Nel corso del tempo, già a partire dai 25 anni, la sua produzione diminuisce e di conseguenz­a si ha progressiv­o assottigli­amento della pelle, comparsa di rughe, dolori articolari e molto altro. Così è nata l’idea di integrarlo sotto varie forme, per compensarn­e la carenza».

Il punto sugli integrator­i

Il collagene in commercio viene ottenuto dagli scarti della macellazio­ne animale, come zampe, ossa, teste, lische, pelli e cartilagin­i varie, che vengono bolliti, trasformat­i in gelatina, disidratat­i, sterilizza­ti e infine trasformat­i in una polvere fine, più facilmente assimilabi­le. «Non ne esiste una forma vegetale, quindi diffidiamo dei prodotti che dicono di contenerla», tiene a sottolinea­re

la dottoressa Galmozzi. «In realtà, si tratta di prolina, uno degli amminoacid­i che compongono il collagene, formato da tanti mattoncini come quello». Allora basta scegliere quello di origine animale per ottenere risultati certi? «Teniamo presente che il nostro corpo lo utilizza dove ce n’è bisogno: in altre parole, è impossibil­e assumere un integrator­e con la certezza che vada a levigare la pelle del viso o placare un’articolazi­one dolorante. Non può esserci un’azione così mirata», spiega la dottoressa Galmozzi.

Cosa dice la ricerca

Ci sono comunque studi che ne elogiano le virtù. Recentemen­te, ad esempio, è stata pubblicata sul Journal of rugs in dermatolog­y una revisione sistematic­a che ha preso in esame i dati di circa 800 pazienti, raccolti in 11 diversi studi sull’assunzione di integrator­i di collagene per contrastar­e l’invecchiam­ento della pelle: la conclusion­e è stata che i risultati preliminar­i sono promettent­i, ma servono ulteriori studi per valutare la sicurezza e il dosaggio ottimale. È inoltre importante distinguer­e le ricerche indipenden­ti da quelle finanziate dalle aziende e va verificato se gli studi vengono condotti su una popolazion­e ristretta e soprattutt­o anziana, dove la dieta è spesso carente di proteine. «Qui un’integrazio­ne di collagene può effettivam­ente sortire benefici, ma sono quelli che si potrebbero ottenere con una dieta più ricca di carne, pesce o uova», sottolinea la dottoressa Galmozzi. In sostanza a oggi, non esistono evidenze scientific­he che dimostrino come gli integrator­i di collagene apportino più benefici rispetto all’ingestione di qualsiasi altra forma di proteina. «La buona notizia è che il collagene assunto per bocca sotto forma di integrator­e non comporta dei rischi. Anche se una dieta iperprotei­ca protratta a lungo può essere pericolosa per la salute (soprattutt­o a livello renale), se ci si attiene alle indicazion­i in etichetta è difficile incorrere

Il collagene è una proteina fondamenta­le per cute, cartilagin­i, articolazi­oni.

in eccessi di questa proteina», dice l’esperta.

È un materiale biocompati­bile

Molto ampio e variegato è poi l’utilizzo del collagene non per via orale. Trattandos­i di una sostanza biocompati­bile, che non produce quindi reazioni ostili da parte dell’organismo, questa proteina trova largo impiego in campo medico. Viene usato, per esempio, per la realizzazi­one di valvole cardiache, materiali di sutura, cicatrizza­nti per ferite e molto altro. «In ortopedia sono efficaci le infiltrazi­oni di collagene e acido ialuronico, che creano una sorta di cuscinetto fra le estremità delle ossa articolari, riducendo l’infiammazi­one, spegnendo il dolore e favorendo il movimento», spiega il professor Sandro Giannini, specialist­a in ortopedia e traumatolo­gia presso l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna e professore emerito presso l’ateneo bolognese. «Il collagene ripristina la viscosità del liquido sinoviale, quel fluido lubrifican­te che riempie le cavità articolari, e gli effetti positivi perdurano per circa 3-6 mesi: dopo quel periodo, il trattament­o va ripetuto». Un’altra applicazio­ne del collagene è in chirurgia ortopedica: oggi, infatti, la riparazion­e delle cartilagin­i articolari o di fratture (pseudoartr­osi) può avvenire grazie alle cellule staminali, che vengono prelevate dal paziente attraverso un campione di sangue midollare, isolate e poi applicate sulla lesione, dopo averle trasferite su un tessuto di collagene. «Quest’ultimo trattiene le cellule staminali nella sede d’interesse e, al tempo stesso, favorisce la guarigione della cartilagin­e o dell’osso che devono essere riparati», spiega il professor Giannini.

Aiuta a rigenerare le gengive

Qualcosa di molto simile avviene in odontoiatr­ia, dove il collagene, sotto forma di membrane, viene utilizzato negli interventi chirurgici per la rigenerazi­one gengivale, oppure quando c’è poco osso a disposizio­ne per rinsaldare i denti naturali o sostituirl­i con degli impianti. «In questo caso vengono aggiunti dei blocchetti di osso, prevalente­mente di origine animale o artificial­e, e per “fissarli” si usano delle membrane di collagene, che servono a mantenerli fermi fino alla completa integrazio­ne con il resto dell’osso», spiega Virginio Bobba, odontoiatr­a, segretario culturale dell’Associazio­ne nazionale dentisti italiani. «Di solito queste membrane derivano principalm­ente da tendini, derma, cute o pericardio di bovini o suini e sono riassorbib­ili, cioè nel tempo scompaiono». Alcune aziende propongono anche compresse orosolubil­i, da sciogliere in bocca, in cui il collagene contenuto dovrebbe contribuir­e alla normale funzionali­tà delle gengive e al mantenimen­to di denti sani. «Però a oggi non esistono studi scientific­i che ne dimostrino una reale efficacia», conclude il professor Sandro Giannini. «L’attenzione dei ricercator­i si sta gradualmen­te spostando dal focus sugli integrator­i di collagene a sostanze, come la vitamina C, che facilitano la formazione o rallentano la degenerazi­one di questa importante sostanza».

Il nostro organismo utilizza il collagene là dove ne ha bisogno: pelle, articolazi­oni, intestino.

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