L’esame che misura lo stress
È una sorta di elettrocardiogramma semplificato, in grado di rilevare il grado di tensione nervosa
Esiste uno “stressometro” per capire quanto sei sotto pressione? In un certo
senso sì. La misurazione della tensione nervosa è affidata a un nuovo test clinico chiamato Hrv (Heart rate variability), ormai disponibile in molti ambulatori e centri ospedalieri. Prevede che il paziente, sdraiato, sia sottoposto a un elettrocardiogramma “semplificato”, con soli tre elettrodi sul torace. Rilevano non solo la frequenza cardiaca (il numero di battiti al minuto) ma la sua variabilità, cioè il tempo che intercorre tra un battito e l’altro. «Una volta si credeva che il battito a riposo, in assenza di patologie, fosse monotono e regolare come il tempo battuto da un metronomo: 60 pulsazioni al minuto, pari a un battito al secondo, era il classico esempio da manuale», spiega la professoressa Daniela Lucini, direttore della Scuola di specializzazione in medicina dello sport dell’università di Milano. «Oggi, invece, sappiamo che esiste una grande variabilità della frequenza cardiaca, anche nella stessa persona in risposta a stimoli esterni (come rumori, luci, sbalzi di temperatura) o interni, come gli stati emotivi legati all’ansia, alla paura o all’eccitazione».
Un equilibrio dinamico
Elaborato da speciali software, l’elettrocardiogramma fornisce un tracciato (tacogramma), che rileva le variazioni della frequenza cardiaca, il ritmo e alcuni parametri numerici come la cosiddetta varianza». È come registrare la “musica del cuore” e analizzarne poi le caratteristiche. Fatto che serve al medico per capire se c’è un buon controllo del sistema nervoso autonomo o, al contrario, se ci sono delle alterazioni di fondo che minacciano il “clima” nervoso. «Oltre a dirci se il paziente è predisposto a patologie, come l’ipertensione, l’analisi spettrale della variabilità della frequenza cardiaca svela se c’è un buon equilibrio tra il sistema nervoso simpatico (quello che si attiva in caso di stress o allarme) e quello parasimpatico, detto anche vagale, che predomina nei momenti di riposo. Una persona che vive una condizione di stress cronico, ad esempio, anche sdraiata sul lettino e a occhi chiusi presenta un tacogramma con una netta prevalenza del sistema nervoso simpatico, come se vivesse sempre in stato di allerta e non riuscisse a “staccare”. In questo caso servono misure per imparare a rilassarsi.