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Tutti vogliono cucinare etnico

Non solo al ristorante: sempre più piatti esotici stanno andando ad aggiungers­i alla dieta mediterran­ea in tante cucine italiane. Con la consulenza dei nostri esperti, vediamo quali sono da preferire e quali no. E come essere sicuri degli ingredient­i

- di Roberta Piazza

Non solo spaghetti e arrosti. Nel menu delle famiglie italiane stanno comparendo sempre più piatti delle cucine asiatiche, mediorient­ali, sudamerica­ne, africane.

Lo testimonia la pubblicazi­one, in costante aumento, di libri di ricette etniche (soprattutt­o giapponesi). E oggi ramen, sushi, dahl, involtini primavera, falafel, cuscus, tajine, guacamole non vengono gustati esclusivam­ente al ristorante, ma preparati anche a casa propria. Secondo i dati di un recente sondaggio Nielsen, la maggior parte di chi si cimenta ai fornelli con piatti estranei alla nostra tradizione culinaria lo fa perché ne gradisce il gusto (49%), per dare un sapore diverso alle solite preparazio­ni (41%), perché pensa che giovino alla salute (30%).

Le scelte più salutari

«Molti cibi etnici sono indiscutib­ilmente sani, altri meno», commenta la dottoressa Diana Scatozza, medico specialist­a in scienza dell’alimentazi­one a Milano. «Bisogna quindi imparare a fare le scelte giuste, a portare in tavola il meglio di ogni cucina straniera per arricchire, senza stravolgim­enti, la nostra dieta mediterran­ea. Che, ci tengo a ricordarlo, continua a essere considerat­a una delle più salutari al mondo. Sì, per esempio, all’introduzio­ne di risi orientali come il basmati e il venere, che sono buoni anche senza l’aggiunta di olio o burro (penso al riso cantonese o al pilaf). Sì al pesce crudo di sushi e sashimi: se trattato in modo corretto, ovvero tenuto in freezer per 96 ore prima dell’utilizzo così da evitare parassitos­i, è una fonte di grassi Omega 3 preziosi per la salute del cuore e del cervello. Sì al cuscus marocchino (nella versione con verdure e pollo cotti sempliceme­nte). Sì al maggior consumo di legumi, dalle lenticchie (nel dahl indiano) ai fagioli (onnipresen­ti nel ricettario messicano). Sì alle zuppe, cinesi o giapponesi che siano, alleggerit­e degli ingredient­i più energetici se si è a dieta: possono diventare dei piatti unici alternativ­i e aiutano a idratarsi in una stagione durante la quale, a causa del freddo, abbiamo spesso poca voglia di bere. Sì alla frutta esotica, da quella nota da tempo (papaia, mango, ananas, avocado) a quella più recente (come il mangostano e il kiwano), facendo però attenzione all’apporto energetico. Spesso è infatti molto ricca non solo di vitamine, minerali e antiossida­nti, ma anche di zuccheri e, nel caso dell’avocado, di grassi (buoni, perché insaturi, ma pur sempre molto calorici). Sì, infine, alle spezie: curcu

Sono 27 milioni (pari al 39% degli over 14) gli italiani che cucinano piatti etnici a casa propria.

ma, zafferano, curry, zenzero, senza invece esagerare con il peperoncin­o (assai usato nella cucina messicana) che può irritare lo stomaco».

I cibi ai quali prestare attenzione

Se siamo alla ricerca di piatti etnici sani dobbiamo invece tenerci alla larga dai fritti: tempura giapponesi e involtini primavera cinesi vanno preparati solo ogni tanto per non affaticare il fegato. «Ma oltre al tipo di cottura (quella a vapore resta la migliore!) è importante non esagerare con alghe e salsa di soia», avverte la dottoressa Scatozza. «Come dimostrato da diversi studi, mangiare più volte alla settimana le “insalate” di mare (nori, kombu, wakame), che sono ricche di iodio, può far emergere o peggiorare l’ipertiroid­ismo. Eccedere con la salsa di soia può invece favorire la ritenzione idrica, affaticare i reni e alzare la pressione sanguigna. Questo condimento, spesso utilizzato come sostituto quotidiano di olio e aceto, fornisce parecchio sale anche nella versione a ridotto contenuto di sodio, che per giunta ha un altro difetto: contiene maltodestr­ine (carboidrat­i uniti per “correggere” il sapore) ed è perciò più calorica».

Consigli per gli acquisti

Chi ha voglia di sperimenta­re ricette esotiche, oggi trova tutti gli ingredient­i con facilità anche in Italia, grazie ai tantissimi negozietti

La spesa per questi alimenti aumenta anche nei supermerca­ti, dove nel 2018 è stato speso il 9% in più rispetto al 2017.

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la nostra esperta Dott.ssa Diana Scatozza medico specialist­a in scienza dell’alimentazi­one a Milano
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