Fegato sotto attacco
A minarne la salute sono soprattutto gli eccessi alimentari e l’abuso di alcol, sempre più diffusi tra la popolazione. Ecco le armi migliori per correre ai ripari
Sono 2 milioni e mezzo gli italiani che soffrono di malattie epatiche dovute a infezioni da virus B e C, secondo gli ultimi dati dell’Oms.
Ma la vera “emergenza fegato” è causata dalle cattive abitudini alimentari. Il 2530% della popolazione convive con la steatosi (o fegato grasso) causata da troppo cibo, soprattutto ricco di grassi e di additivi. A cui si aggiunge il numero in continua crescita di persone con una steatosi dovuta al consumo di vino, birra e cocktail di ogni tipo. «Secondo gli ultimi dati sono 8 milioni e 600 mila gli italiani a rischio di problemi legati all’alcol e 800 mila sono ragazzi intorno ai 16-17 anni», sottolinea il dottor Andrea Coco, esperto in nutrizione clinica e medicina integrata e autore di Che fegato! Prendersi cura del fegato e disintossicarlo con l’alimentazione e uno stile di vita sano (Terranuova ed., 12,50 €). «L’organo dei più giovani, se da un lato ha una spiccata capacità di autorigenerarsi, dall’altro è più suscettibile agli insulti esterni perché ancora in una fase di crescita. E questo può predisporlo ad ammalarsi più precocemente», mette in guardia l’esperto.
Occorre cambiare abitudini
La prima arma per prevenire o combattere i problemi di fegato è cambiare radicalmente lo stile di vita, a
cominciare dall’alimentazione (vedi box), che va abbinata alla pratica di un’attività fisica, che aiuti a mantenere il peso forma. Anche quando la steatosi nasce dall’abuso di alcol se si smette del tutto di bere il problema può regredire fino al 100%. «A condizione che venga preso in tempo, però, cioè prima che si instauri un processo fibrotico per cui il tessuto non è più in grado di rigenerarsi», avverte il dottor Coco.
Le novità terapeutiche
Per dare una mano al fegato affaticato ci sono poi varie novità farmaceutiche. Per contrastare la steatosi dovuta all’eccesso di cibo è in arrivo un medicinale (la sperimentazione è già arrivata in fase 3), il VK2809. «Si tratta di un farmaco che, oltre ad agire sul metabolismo del colesterolo, abbassandolo, contrasta la formazione delle vescicole di grasso che caratterizzano la steatosi», spiega il dottor Coco. Per riparare le cellule epatiche danneggiate, invece, oggi un aiuto arriva dal fegato liofilizzato di suino, l’animale geneticamente più simile all’uomo. «Si è giunti a questo ritrovato quando è stata scoperta nel nostro fegato una nicchia che contiene cellule staminali adulte», spiega il dottor Orlando Ferroni, medico veterinario e ricercatore scientifico. «Non stiamo parlando delle staminali embrionali, le cellule jolly che fino a poco tempo fa si pensava potessero rigenerare tutti gli organi malati, mentre si è visto che possono dare problemi di rigetto o addirittura degenerare. Ma di cellule che sono in grado di aggiustare quelle malate e che si trovano nello stesso organo. Nel nostro caso, delle staminali adulte del fegato. In particolare, da queste cellule specifiche è stato isolato in laboratorio un prodotto contenente microvescicole, che hanno al loro interno i Mirna (piccole porzioni di Rna o acido ribonucleico che, insieme al Dna, costituisce il materiale genetico della cellula) e sostanze riparatrici, proteine, vitamine, grassi e fattori di crescita. In seguito a questa scoperta è stato prodotto un particolare liofilizzato di fegato di suino ricco di microvescicole, in grado di proteggere e rigenerare le cellule epatiche (o epatociti) danneggiate».
I depurativi vegetali
Anche la curcumina, un polifenolo presente nella curcuma, ha effetti epatoprotettivi. Lo dimostra una revisione di studi epidemiologici, appena pubblicata sulla rivista Nutrients, che rivaluta questa sostanza e, in particolare, conferma la sua capacità di rigenerare le cellule epatiche e di drenarle dalle tossine. Un ulteriore aiuto per depurare il nostro fegato arriva dal “drenaggio della matrice”. «La matrice è il tessuto connettivo che si trova intorno alle cellule e che non ha solo una funzione di sostegno, ma anche di regolazione delle attività cellulari», spiega la dottoressa Tiziana Semplici, gastroenterologa. «In pratica, se vi è un sovraccarico di tossine dovuto all’eccesso di cibo o di alcol, la matrice non lavora bene e dà origine a stress ossidativo e a infiammazione. Per contrastarli è utile assumere, sotto consiglio medico, degli antiossidanti, come le vitamine E e C, e delle piante depurative come il galium, che agiscono sul connettivo promuovendo l’eliminazione delle tossine». Infine, uno studio apparso su Food Science & Technology sottolinea l’efficacia del carvacrolo, una sostanza contenuta in molte piante aromatiche (come origano, timo e maggiorana) capace di ridurre i grassi nel sangue.
L’accumulo di grasso nelle cellule epatiche causa infiammazione e alla lunga porta alla cirrosi.