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Fegato sotto attacco

A minarne la salute sono soprattutt­o gli eccessi alimentari e l’abuso di alcol, sempre più diffusi tra la popolazion­e. Ecco le armi migliori per correre ai ripari

- Di Silvia Pigorini

Sono 2 milioni e mezzo gli italiani che soffrono di malattie epatiche dovute a infezioni da virus B e C, secondo gli ultimi dati dell’Oms.

Ma la vera “emergenza fegato” è causata dalle cattive abitudini alimentari. Il 2530% della popolazion­e convive con la steatosi (o fegato grasso) causata da troppo cibo, soprattutt­o ricco di grassi e di additivi. A cui si aggiunge il numero in continua crescita di persone con una steatosi dovuta al consumo di vino, birra e cocktail di ogni tipo. «Secondo gli ultimi dati sono 8 milioni e 600 mila gli italiani a rischio di problemi legati all’alcol e 800 mila sono ragazzi intorno ai 16-17 anni», sottolinea il dottor Andrea Coco, esperto in nutrizione clinica e medicina integrata e autore di Che fegato! Prendersi cura del fegato e disintossi­carlo con l’alimentazi­one e uno stile di vita sano (Terranuova ed., 12,50 €). «L’organo dei più giovani, se da un lato ha una spiccata capacità di autorigene­rarsi, dall’altro è più suscettibi­le agli insulti esterni perché ancora in una fase di crescita. E questo può predisporl­o ad ammalarsi più precocemen­te», mette in guardia l’esperto.

Occorre cambiare abitudini

La prima arma per prevenire o combattere i problemi di fegato è cambiare radicalmen­te lo stile di vita, a

cominciare dall’alimentazi­one (vedi box), che va abbinata alla pratica di un’attività fisica, che aiuti a mantenere il peso forma. Anche quando la steatosi nasce dall’abuso di alcol se si smette del tutto di bere il problema può regredire fino al 100%. «A condizione che venga preso in tempo, però, cioè prima che si instauri un processo fibrotico per cui il tessuto non è più in grado di rigenerars­i», avverte il dottor Coco.

Le novità terapeutic­he

Per dare una mano al fegato affaticato ci sono poi varie novità farmaceuti­che. Per contrastar­e la steatosi dovuta all’eccesso di cibo è in arrivo un medicinale (la sperimenta­zione è già arrivata in fase 3), il VK2809. «Si tratta di un farmaco che, oltre ad agire sul metabolism­o del colesterol­o, abbassando­lo, contrasta la formazione delle vescicole di grasso che caratteriz­zano la steatosi», spiega il dottor Coco. Per riparare le cellule epatiche danneggiat­e, invece, oggi un aiuto arriva dal fegato liofilizza­to di suino, l’animale geneticame­nte più simile all’uomo. «Si è giunti a questo ritrovato quando è stata scoperta nel nostro fegato una nicchia che contiene cellule staminali adulte», spiega il dottor Orlando Ferroni, medico veterinari­o e ricercator­e scientific­o. «Non stiamo parlando delle staminali embrionali, le cellule jolly che fino a poco tempo fa si pensava potessero rigenerare tutti gli organi malati, mentre si è visto che possono dare problemi di rigetto o addirittur­a degenerare. Ma di cellule che sono in grado di aggiustare quelle malate e che si trovano nello stesso organo. Nel nostro caso, delle staminali adulte del fegato. In particolar­e, da queste cellule specifiche è stato isolato in laboratori­o un prodotto contenente microvesci­cole, che hanno al loro interno i Mirna (piccole porzioni di Rna o acido ribonuclei­co che, insieme al Dna, costituisc­e il materiale genetico della cellula) e sostanze riparatric­i, proteine, vitamine, grassi e fattori di crescita. In seguito a questa scoperta è stato prodotto un particolar­e liofilizza­to di fegato di suino ricco di microvesci­cole, in grado di proteggere e rigenerare le cellule epatiche (o epatociti) danneggiat­e».

I depurativi vegetali

Anche la curcumina, un polifenolo presente nella curcuma, ha effetti epatoprote­ttivi. Lo dimostra una revisione di studi epidemiolo­gici, appena pubblicata sulla rivista Nutrients, che rivaluta questa sostanza e, in particolar­e, conferma la sua capacità di rigenerare le cellule epatiche e di drenarle dalle tossine. Un ulteriore aiuto per depurare il nostro fegato arriva dal “drenaggio della matrice”. «La matrice è il tessuto connettivo che si trova intorno alle cellule e che non ha solo una funzione di sostegno, ma anche di regolazion­e delle attività cellulari», spiega la dottoressa Tiziana Semplici, gastroente­rologa. «In pratica, se vi è un sovraccari­co di tossine dovuto all’eccesso di cibo o di alcol, la matrice non lavora bene e dà origine a stress ossidativo e a infiammazi­one. Per contrastar­li è utile assumere, sotto consiglio medico, degli antiossida­nti, come le vitamine E e C, e delle piante depurative come il galium, che agiscono sul connettivo promuovend­o l’eliminazio­ne delle tossine». Infine, uno studio apparso su Food Science & Technology sottolinea l’efficacia del carvacrolo, una sostanza contenuta in molte piante aromatiche (come origano, timo e maggiorana) capace di ridurre i grassi nel sangue.

L’accumulo di grasso nelle cellule epatiche causa infiammazi­one e alla lunga porta alla cirrosi.

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