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E tu conosci i rice-burger?

Li trovi sia nelle cucine stellate sia nei fast food. Sono medaglioni di riso usati al posto del pane, come piatto principale o, addirittur­a, come dessert

- di Anna Pugliese

Gli hamburger di riso sono una delle nuove passioni dei grandi chef, che li propongono in versione sia salata sia dolce. Enrico Cerea, del ristorante 3 stelle Michelin “Da Vittorio”, in provincia di Bergamo, ha creato uno sfizioso panino di riso e foie grais, con salsa e gelatina di lamponi. Mentre Andrea Berton, doppia stella Michelin al ristorante omonimo di Milano, propone nel menu della catena di hotel McGallery l’hamburger di Carnaroli soffiato con cioccolato fondente al 70%, con crema di lampone, foglie di banana e bastoncini di crema fritta. E il “rice burger” trova sempre più spazio anche nei fast food di cucina orientale, con i chicchi a fare da pane e, all’interno, petto di pollo o filetto di pesce. Un successo, sdoganato persino da Mc Donald’s, anche se sinora solo in Asia.

Meglio con i chicchi integrali

«L’hamburger di riso può essere un piatto eccellente, ma va fatta attenzione agli ingredient­i con cui è preparato», mette in guardia la dottoressa

Livia Galletti, biologa nutrizioni­sta a Bologna. «L’ideale, a meno che non si abbiano problemi intestinal­i, è utilizzare chicchi integrali che, essendo più ricchi di fibre, non fanno impennare la glicemia. Si compattano però con difficoltà per cui, per tenerli insieme, occorre aggiungere formaggio grattugiat­o e uova». Attenzione invece a una peculiarit­à degli hamburger dei locali orientali: «Spesso, per legare i chicchi viene usato lo zucchero sciolto in aceto di riso, che aumenta il già alto indice glicemico del riso bianco. Per il ripieno la differenza è poi sempre fatta dalla qualità dei cibi», conclude l’esperta.

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Dott.ssa Livia Galletti biologa nutrizioni­sta a Bologna

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