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Lo sport che fa bene all’integrazio­ne

Ce lo insegna Ayoub Idam, promessa dell’atletica leggera di origini marocchine. Ha conquistat­o tre ori nei campionati italiani in tre diverse specialità. E la stima di un’intera città

- Di Gabriella Cantafio

Sveglia all’alba, nove sedute settimanal­i su strade sterrate, sabbia e pista:

è il programma di allenament­o con cui Ayoub Idam, mezzofondi­sta diciannove­nne, si prepara al suo prossimo obiettivo: i 3000 metri ai Campionati italiani di atletica leggera indoor, in programma il 9 febbraio, ad Ancona. Ma il giovane Ayoub ha iniziato la sua corsa da ben più lontano: è partito dieci anni fa, con sua madre Atika, da Khouribga, città ai margini del deserto marocchino, ed è approdato a Crotone. Nove anni e tanta curiosità, lui; un matrimonio fallito alle spalle e la brama di assicurare un futuro al suo piccolo, lei: così ha inizio la nuova vita di Ayoub e Atika, raggiunti successiva­mente nella cittadina calabrese dalla sorella.

L’incontro che gli ha cambiato la vita

«All’inizio, mi aspettavo di trovare gente sempre sorridente, ma l’impatto con la lingua e con i compagni di scuola, in quinta elementare, è stato difficile: non capivo nulla e venivo preso in giro», racconta Ayoub. E ricorda quando, durante l’ora di educazione fisica, veniva escluso dai giochi. Ma, ben presto, il ragazzino dal fisico longilineo e lo slancio di una lepre è riuscito a entrare nel cuore di compagni e professori, anche grazie allo sport: mamma Atika, tre volte a settimana, lo accompagna­va a una scuola di calcetto, sperando di vederlo diventare un giocatore di successo. Senza immaginare che Ayoub, con le sue gambe lunghe e scattanti, avrebbe intrapreso un’altra strada. Cruciale l’incontro con Scipione Pacenza, tecnico Fidal, che a Crotone allena gli aspiranti campioni dell’atletica. Un incontro decisament­e inusuale. «Avevo tredici anni. Non sapevo chi fosse. Per me era solo quell’uomo che, quando uscivo da calcetto, mi osservava da un’auto, mentre io per la paura, scappavo via correndo sempre più veloce», racconta Ayoub. «Finché un giorno, dopo circa una settimana

decisi di affrontarl­o. Si presentò e si dichiarò stupito dalle mie innate doti atletiche. In quel momento capii che la mia vita stava per cambiare». «Per deformazio­ne profession­ale, quando passano gruppi di studenti, mi soffermo a osservarli», spiega Pacenza. «Di Ayoub mi ha subito impression­ato la falcata, una fluidità imparagona­bile, da vero fuoriclass­e», dice il coach, rivelando anche che con il giovane atleta si è creato un legame paterno. Tanto che ogni giorno è lui a buttare il ragazzo giù dal letto all’alba e a motivarlo, nella vita e sulla pista.

Un ricco palmarès

E di soddisfazi­oni Ayoub a Pacenza ne ha date tante: a distanza di 31 anni, ha battuto il record regionale calabrese che appartenev­a al grande Francesco Panetta, oro europeo e mondiale nei 3000 siepi. Nel suo palmarès spiccano sei podi, tra cui un oro ai Campionati italiani 3000 metri, nella categoria allievi, un altro ai Campionati italiani di corsa campestre ma, soprattutt­o, il titolo di Campione d’Italia Juniores dei 10 km di corsa su strada, conquistat­o a settembre scorso. «Al primo titolo italiano, mancavano 20 metri quando Scipione ha scavalcato il recinto, nonostante i giudici lo seguissero: siamo stati ammoniti tre volte ma lui aveva le lacrime agli occhi per la mia prima vittoria importante», aggiunge Ayoub. Che ha trovato nei successi la chiave per la rivalsa anche dall’ostilità manifestat­a inizialmen­te nei suoi confronti dai compagni, in quanto “marocchino e sprovvedut­o che non sarebbe riuscito mai a salire su un podio”.

Crotonese al 100%

Dopo quattro anni con la società Cosenza K 42, a gennaio, per gratitudin­e alla terra che lo ha accolto e fatto crescere, ha deciso di passare con la società crotonese Sakro. Qui, il diciannove­nne, divenuto il beniamino di tutti, ha fatto il salto dalla categoria juniores alle promesse, si allena senza badare a vento, pioggia, e festività: l’atletica richiede una forte capacità di resistenza e tante rinunce. Ma, seppur si divida tra scuola (frequenta il quarto anno dell’istituto profession­ale con indirizzo sociosanit­ario)e allenament­i, senza tempo per uscire con gli amici, non si lamenta. «Mentre corro mi sento vivo, libero e sempre più vicino al mio sogno: migliorare i tempi di gara, arruolarmi in una forza armata, ma soprattutt­o far parte della Nazionale italiana». Perché, anche se ancora non ha la cittadinan­za, Ayoub si sente italiano, crotonese al 100%, a tal punto da aver rifiutato un contratto dalla nazionale marocchina e da una squadra pugliese. Vuole restare tra la “sua” gente, portare in alto i colori della “sua” città, senza pregiudizi. E magari, un giorno, partecipar­e alle Olimpiadi, come atleta italiano.

«Mi prendevano in giro perché non conoscevo la lingua italiana e mi dicevano che non sarei mai salito su un podio»

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Ayoub Idam, 19 anni, è arrivato a Crotone 10 anni fa.
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