Starbene

Michele Bravi: «Sono guarito dall’angoscia con l’Emdr»

- Di Francesca Trabella

Serve un percorso terapeutic­o, serve avere il coraggio di sedersi in uno studio e affrontare la cosa con uno specialist­a», ha da poco confessato in una puntata di Verissimo (Canale 5) il cantante Michele Bravi, 25 anni e un’esperienza traumatica alle spalle: novembre 2018, il giovane urta con l’auto una motociclis­ta, che muore. Passano lunghi mesi d’angoscia, per Bravi, incapace di parlare e sentire gli altri: «Ero da un’altra parte, avevo perso aderenza con la realtà. Abituarsi all’assenza di suono per me, che ho sempre raccontato quello che vivevo attraverso la musica, è stato molto difficile». Ora il peggio è passato e la cura ha un nome: Emdr, sigla che sta per “Eye movement desensitiz­ation and reprocessi­ng” (desensibil­izzazione e rielaboraz­ione attraverso i movimenti oculari). Durante la seduta, infatti, il terapeuta fa muovere per qualche secondo gli occhi del paziente a destra e a sinistra come nel sonno Rem. Lo scopo è stimolare la nostra capacità innata di elaborare spontaneam­ente il dolore. «Dopo qualche seduta, i ricordi legati all’evento traumatico si desensibil­izzano, perdono la loro carica emotiva negativa», spiega Isabel Fernandez, presidente dell’Associazio­ne per l’Emdr in Italia. «Quindi, i pazienti, ripensando al trauma lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbant­e dal punto di vista emotivo. E riacquista­no progressiv­amente il loro equilibrio psico-fisico».

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Il cantante è tornato in tv a gennaio, 13 mesi dopo il grave incidente

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