Coronavirus: l’epidemia accelera
Sale il bilancio ufficiale delle vittime e aumenta il livello di allerta: l’Oms ormai parla di “rischio globale elevato“. Il Coronavirus, o 2019-nCoV, fa paura per la rapidità con cui si diffonde e per la sua aggressività. La capacità di propagarsi per via aerea, come fanno i virus della comune influenza, lo rende temibile a livello mondiale. E siccome è probabile l’origine animale, significa che è riuscito a fare il “salto di specie” per adattarsi all’organismo umano. A parlarcene è il professor Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia e ordinario di microbiologia e microbiologia clinica presso l’Università di Brescia.
È possibile che sia fuoriuscito da un laboratorio militare?
Non credo. Se qualcuno volesse creare un microrganismo per scopi bellici non userebbe un Coronavirus, facilmente degradabile da detergenti e disinfettanti. L’ipotesi più plausibile è che l’epidemia sia scoppiata in un mercato di animali.
Quali sintomi causa?
Febbre, tosse, nei casi più gravi provoca polmonite, insufficienza renale e persino la morte. A volte non dà sintomi, ma la persona infetta è contagiosa.
E allora come si fa?
Esistono test per la diagnosi precoce, ma sarebbe impossibile effettuarli sull’intera popolazione.
Chi rischia di più?
Al momento, non lo sappiamo. Stando ai primi dati, la metà delle vittime è rappresentata da soggetti vulnerabili e con sistema immunitario compromesso per patologie croniche, mentre l’altra metà non aveva problemi di salute evidenti.
Arriverà il vaccino?
I tempi sono lunghi. Al momento, si dispone solo degli antivirali per trattare le forme gravi.
Come proteggersi?
Valgono le stesse regole utili a evitare l’influenza, come non frequentare luoghi troppo affollati e lavare spesso le mani con acqua e sapone.
Il Ministero della salute ha dedicato all’emergenza il numero di telefono 1500, attivo notte e giorno.