Con la pagella si cambia registro
Se le valutazioni scolastiche sono basse, i genitori possono fare molto per aiutare i loro ragazzi. Ecco come
È arrivata la pagella e non è questo granché, per non dire peggio.
Evidentemente qualcosa non è andato come doveva. Forse non abbiamo dato abbastanza peso ai segnali di difficoltà che emergevano dal registro elettronico e dal ragazzo stesso. Forse, invece, ci siamo fidati troppo di nostro figlio e lo abbiamo lasciato fare, convinti dai suoi buoni propositi (“Quest’anno mi voglio impegnare da subito”; “Tranquilli, la verifica scritta è andata male, ma recupero con l’orale”). In ogni caso, si rende necessario un cambiamento di rotta. Vediamo come impostarlo.
Non giudichiamo
«Premesso che gli insuccessi non vanno mai demonizzati perché fanno parte del processo di crescita e permettono di misurarsi con i propri limiti, consiglio di affrontare apertamente la questione con il ragazzo, evitando tre trappole: i giudizi, i pregiudizi e il confronto con gli altri», esordisce Serena Saibene, psicologa clinica dell’età evolutiva esperta in disturbi specifici dell’apprendimento presso il Centro studi e formazione ConTeSto di Appiano Gentile (Como). «In pratica, la valutazione scolastica non deve trasformarsi nel giudizio su nostro figlio: avrà anche preso quattro, ma non è quel quattro. È importante anche non dire cose come “Da te non mi aspetto nulla di buono, non sei in grado di migliorare”, che facilmente si trasformano in profezie che si autoavverano. Infine, i confronti con i fratelli, i compagni o gli amici non sono mai produttivi: ciascuno è un caso a sé».
Facciamo un piano
Con il ragazzo, bisogna parlare del suo impegno, cioè di quanto e come studia. «Un paio d’ore alla scrivania in silenzio possono dare risultati molto diversi da pomeriggi interi sul divano con lo smartphone in mano o la tv accesa», sostiene l’esperta. «Nel caso in cui lui abbia fatto del suo meglio, deve sorgerci il dubbio che l’impegno non basti: magari non capisce che cosa gli serve, e delle ripetizioni mirate lo aiuterebbero. Inoltre, la visione delle verifiche scritte (ottenibili presso la segreteria della scuola) e i colloqui con gli insegnanti sono sempre preziosi per definire i problemi».
Rimaniamo in ascolto
Noi genitori, infine, dobbiamo chiederci se stiamo accompagnando un figlio sulla strada giusta. «Soprattutto nel passaggio dalle elementari alle medie e da queste alle superiori, i genitori si illudono che i figli siano grandi e capaci di autogestirsi, perciò fanno un passo indietro», rivela Saibene. «Non è così: hanno ancora bisogno di vicinanza e di ascolto. Attenzione: stare vicino ai figli non significa sostituirsi a loro, ma aiutarli a diventare autonomi».