Starbene

«Con lo shiatsu aiuto i malati di tumore»

Radioterap­ista oncologico, Antonio anni fa scopre di avere il cancro. Impara la metodica orientale, ne sperimenta lui stesso l’efficacia, e inizia a praticarla gratis in ospedale

- Di Rossella Briganti

«Ho sempre amato il mio mestiere, tecnico di radioterap­ia oncologica, anche se ti mette in contatto con storie “pesanti”. Quelle raccontate dalla gente di ogni ceto ed età che a un certo punto della sua esistenza riceve la diagnosi di cancro e approda al servizio di radioterap­ia con una grande esigenza di fondo: parlare, avere qualcuno pronto ad ascoltare e a offrire rassicuraz­ioni sulla salute. Nel presente, e in quella grande incognita chiamata futuro». Antonio Modugno, 64 anni, ripercorre la strada che lo ha portato a diventare un operatore shiatsu, attivo come volontario all’ospedale Humanitas di Rozzano, situato alle porte di Milano.

L’umanità è tutto nelle cure

«A contatto con la sofferenza dei pazienti, con i loro timori incentrati tutti sulla stessa domanda (guarirò?), diventavo naturalmen­te il loro confidente», prosegue Antonio. «I dialoghi avvenivano prima, dopo e durante i trattament­i radianti che prevedono cicli anche di 10-20 sedute ravvicinat­e. Impossibil­e non diventare “quasi amici”. L’umanità è tutto, i pazienti affetti da tumore non desiderano essere trattati come un numero di protocollo». Per ironia della sorte, Antonio arriva a sperimenta­re sulla propria pelle che

cosa significa scoprire di avere un tumore: nel 2010 viene diagnostic­ato anche a lui. Lo scopre casualment­e, aderendo al test di screening chiamato “sangue occulto nelle feci”, inviato dalle Regioni a tutti gli over 50. Risultò positivo. «Uno shock tremendo, perché non avevo sintomi. Eppure celavo un adenocarci­noma al colon, a livello della vavola-ileociecal­e. Anch’io, senza saperlo, ero entrato nel “club” di quei pazienti che trattavo ogni giorno con la radioterap­ia», racconta. Dopo una settimana, è già sotto i ferri. Gli asportano 59 cm di colon perché il tumore è già al terzo stadio. Decide allora di cambiare vita e dedicarsi anima e corpo a una pratica orientale, lo shiatsu, che aveva già avvicinato durante alcuni corsi. Le lezioni, che sono anche pratiche, prevedono che tra gli allievi ci sia uno scambio continuo: si danno e si ricevono i trattament­i, per imparare e per correggers­i. E poiché nel riceverli, aveva provato un notevole benessere psicofisic­o, dopo il tumore decide di intensific­are la pratica.

Nasce il servizio “dedicato”

«Nel 2012 chiesi ai dirigenti dell’Humanitas di poter attivare un servizio gratuito, in un locale adiacente alla radioterap­ia, per tutti i malati di tumore che hanno bisogno di essere tranquiliz­zati e ricaricati­i con questo efficace trattament­o manuale. Lo shiatsu serve a riattivare l’energia vitale attraverso pressioni e tocchi dolci lungo i meridiani energetici, mutuati anche dall’agopuntura», prosegue il nostro protagonis­ta. «Io stesso, quando ero sconvolto dall’esperienza del tumore, grazie allo shiatsu ho ritrovato il sonno, l’ottimismo (sì, ero caduto in depression­e) e la serenità libera da timori». Il progetto va in porto e dal 2013 Antonio è responsabi­le del Servizio shiatsu dell’ospedale Humanitas, aperto ai pazienti oncologici tutti i pomeriggi, dalle 14.30 alle 18. Viene realizzato grazie alla collaboraz­ione di Shiatsu-Do Onlus, il filone no profit della Società italiana di shiatsu che opera nel sociale, con attività di volontaria­to tra comunità di tossicodip­endenti, malati mentali, disabili o detenuti.

Tanti benefici per mente e corpo

Da otto anni lo shiatsu è diventato, quindi, il suo lavoro, la sua mission. Antonio è molto contento quando riceve un feedback positivo dai pazienti che ritrovano, soprattutt­o, coraggio, stabilità emotiva, voglia di combattere contro il proprio male. «Ho trattato con successo una donna giovane che, dopo una mastectomi­a, aveva forti dolori al braccio destro e al torace. Per le cicatrici e la stasi linfatica non riusciva neppure a sollevarlo. Ho esercitato delle pressioni, con le mani, i gomiti e le dita, sul lato sinistro del busto, quello “sano”. Non sempre, infatti, il dolore ha origine nel punto in cui crediamo. Trattando i meridiani coinvolti nella circolazio­ne, nel drenaggio e nel ristagno energetico, il dolore è scomparso in poche sedute e la donna ha ritrovato la leggerezza e la libertà di movimento». Un successo non da poco, in sistema di cure che, dopo l’intervento, ancora troppo spesso ti lascia solo con le tue paure.

Tatami e tappeti colorati creano un’atmosfera rilassante nel locale dove si praticano i trattament­i shiatsu per i pazienti.

 ??  ?? Antonio Modugno, 64 anni, è responsabi­le del Servizio Shiatsu per i pazienti oncologici all’Humanitas di Rozzano.
STORIA VERA
Antonio Modugno, 64 anni, è responsabi­le del Servizio Shiatsu per i pazienti oncologici all’Humanitas di Rozzano. STORIA VERA
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy