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Come sono sani i nuovi fast food

Da Nord a Sud sono in aumento i locali dove poter consumare un pasto veloce, facendo attenzione sia alla linea sia alla salute

- Di Angela Altomare

A causa dei ritmi frenetici abbiamo sempre meno tempo da dedicare ai pasti.

E per la pausa pranzo (ma spesso anche per la cena) optiamo sempre di più per cibi “mordi e fuggi”, come quelli dei fast food. Nel mondo della ristorazio­ne “veloce”, però, qualcosa sta cambiando per rispondere alle richieste di consumator­i sempre più esigenti e attenti alla qualità di ciò che mettono nel piatto. Così, da Nord a Sud, sta aumentando il numero di locali che combinano nei loro menu la gastronomi­a “veloce” con un’attenzione particolar­e alla salute e al benessere.

Solo ingredient­i freschi e di qualità

Tra gli antesignan­i della cucina “espressa & sana” ci sono i natural fast food, locali che propongono al posto del classico sandwich con l’hamburger o al solito hot dog americano pietanze a base di ingredient­i freschi e naturali, puntando su materie prime di qualità tipiche della dieta mediterran­ea. «Tutti i prodotti dei nostri banchi “self service” sono preparati utilizzand­o esclusivam­ente ingredient­i non surgelati né conservati e vengono confeziona­ti nel nostro laboratori­o (o direttamen­te nei negozi) in giornata», spiega Corrado Menozzi, cofondator­e, insieme a Giuseppe Parolini, di “Viva” (vivaviva. it), un natural fast food e take away presente con diversi punti vendita nel centro di Milano, ad Arese (vicino al capoluogo lombardo) e a Roncadelle (Brescia). Nel menu, accanto alle tradiziona­li insalate e ai primi piatti di pasta e cereali integrali, spiccano le zuppe preparate con verdure fresche di stagione. L’olio extra vergine d’oliva è aggiunto rigorosame­nte a crudo, così mantiene intatte tutte le sue preziose proprietà. Al posto del glutammato, spesso presente nei piatti pronti, viene utilizzato solo “vero” brodo vegetale. Non mancano poi le proposte per chi ha necessità di una merenda veloce e allo stesso

tempo healthy. C’è, per esempio lo yogurt ricco di probiotici vivi e attivi, microrgani­smi benefici per la salute della flora intestinal­e e per quella dell’organismo in generale, abbinato alle vitamine e ai minerali della frutta fresca di stagione. Oggi, tra l’altro, conciliare i ritmi frenetici del lavoro con quelli della natura è spesso una sfida. Lo sa bene Stefano Lonza, che nel 2012 ha lanciato, prima a Trieste e in seguito anche a Milano, “Genuino” (genuino.com): «Da noi anche le salse per la farcitura dei panini sono a base di prodotti naturali», spiega. «E al posto delle classiche bevande da fast food, ricche di coloranti e conservant­i, proponiamo infusi, estratti di frutta e verdura di stagione, cedrata, spuma e ginger».

Spazio al bio e al km zero

Filiera corta e biologico caratteriz­zano molti di questi locali “veloci” all’insegna della salute, con ingredient­i e materie prime che arrivano da piccole e certificat­e realtà agricole locali. «La carne proviene da allevament­i non intensivi: niente Ogm né antibiotic­i. Anche le verdure, il pane e le birre artigianal­i le acquistiam­o da aziende della zona», conferma Singh Jaspal, titolare del “Pollicino Risto bio”, un fast food biologico di Brescia (ristobiopo­llicino.it). Tra i piatti che vanno per la maggiore c’è la wrap senese: una piadina arrotolata (sulla falsariga della sfoglia proposta dalle catene americane) a base però di insalata mista e bocconcini di salamella di cinta, una varietà di suino nato, allevato e macellato in Toscana. Su prodotti tipici e di qualità punta anche “Panino Genuino” (mindujo. it), che a Cosenza e da poco anche a Roma ha in lista “paninazzi” gourmet a base di specialità calabresi. Come il “Mi ’Ndujo”, con pane bio appena sfornato, salsiccia fresca di giornata, ‘Nduja di Spilinga, caciocaval­lo e patate Igp coltivate sull’altopiano silano.

La Federazion­e italiana pubblici esercizi conferma nel rapporto 2019 la crescente attenzione per i valori nutriziona­li dei piatti.

Tanta attenzione alle proteine animali

In forte sviluppo sono anche i fast food veg. Nel centro storico di Firenze, a pochi passi dalla Basilica di Santa Croce, c’è “Universo Vegano” (universo-vegano.eatbu.com). «Tutte le ricette sono preparate senza carne né derivati, come uova e latte. Ma non siamo un locale solo per vegani», precisa il responsabi­le Fulvio Notari. «Oggi, rispetto a qualche tempo fa, tra i “carnivori” c’è meno diffidenza nei confronti della cucina senza prodotti di origine animale. Sono sempre di più infatti le persone attente a ridurne il consumo nella loro dieta quotidiana a favore di proteine vegetali e verdure. Nel nostro menu ci sono piatti che strizzano l’occhio alla tradizione culinaria internazio­nale come lo spezzatino messicano a base di soia e curry, ma anche molte rivisitazi­oni della cucina italiana come le lasagne di soia al pesto e i ravioli di farro e tofu alla salsa di pomodoro». Sulla cucina tradiziona­le ha puntato anche “‘O Grin” (ogrin.net), che nel cuore di Napoli offre piatti napo-vegani: «Al posto del classico rotolo di carne, ai nostri clienti facciamo provare quello fatto di seitan e bietola e tante ricette tipiche della gastronomi­a partenopea come pasta e patate, zuppe di lenticchie e gnocchi al pomodoro e formaggio, rigorosame­nte vegetale», racconta Imma Di Meo, titolare del locale insieme a Stefano Manfredo e Luigi Salvio.

Anche i panini hanno una marcia in più

Negli ultimi anni anche il classico panino americano da fast food si è rifatto il look complice la moda sempre più diffusa su Instagram dei cibi colorati. E c’è chi l’ha poi sviluppato in versione salutista: da “Flower Burger”, la prima venganburg­heria italiana oggi presente in decine di città (flowerburg­er.it), si va dal pane giallo, fatto con la curcuma, a quello nero a base di carbone vegetale, passando per quello viola, ottenuto grazie all’estratto di ciliegia. Il vantaggio? Si scoprono abbinament­i e sapori nuovi che stuzzicano non solo la vista, ma anche il palato. Tra le proposte più richieste (e popolari su Instagram) spicca il Cherry Bomb, un panino vegano con burger di lenticchie e riso basmati, germogli di soia, pomodori confit e insalata gentilina. Il colore rosa del pane è ottenuto con un mix di farina di tipo 1, succo di barbabieto­la chiarifica­to e concentrat­o ed estratto di ciliegia. Di impasti “speciali” sono specialist­i anche da “PanB” (panb.it), che a Vimercate (Milano) e a Bergamo ha nel menu un panino cotto al vapore e poi il panbolla, super-soffice e 100% naturale. «Tutti i nostri impasti sono preparati senza l’utilizzo di prodotti chimici. Niente migliorato­ri, accelerato­ri di crescita, agenti lievitanti, conservant­i e coloranti», assicura Paola Sersante, cofondatri­ce di “PanB” insieme ad Adriano Continisio, esperto di lievitati. «Dopo più di 48 ore di lievitazio­ne naturale, i panini vengono cotti in pochi minuti sotto una campana di vetro, davanti agli occhi del cliente, grazie al vapore sprigionat­o dall’umidità dell’impasto stesso, fortemente idratato». Il risultato è un prodotto morbido e super-digeribile, ideale da farcire con ingredient­i italiani di grande qualità: dai filetti di tonno di Cetara alla Bresaola Igp della Valtellina.

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 ??  ?? Il Grinbab di ‘O Grin (Napoli) è un kebab 100% vegano a base di piadina all’olio d’oliva, seitan, insalata verde e maionese di riso.
Il Grinbab di ‘O Grin (Napoli) è un kebab 100% vegano a base di piadina all’olio d’oliva, seitan, insalata verde e maionese di riso.
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L’hamburger di Universo Vegano (Firenze): pane al carbone vegetale, burger di soia e melanzane, pomodori e insalata verde.

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