Se il tuo cane “tira” sempre
Quando è lui a portarti al guinzaglio, la passeggiata può diventare fonte di reciproco stress. Da prevenire così
Una bella passeggiata fa bene a te e per il tuo cane è irrinunciabile.
Gli consente di rilassarsi, di rimanere in forma, di combattere la noia con nuovi stimoli. Però succede che Fido tira al guinzaglio; tu lo sgridi e lo strattoni; lui tira ancora di più... e il piacere della passeggiata diventa uno stress.
«È una situazione piuttosto frequente e la soluzione non è sempre facile da trovare, perché ogni animale è diverso e diversi possono essere i motivi del suo comportamento», spiega l’istruttrice cinofila Loredana Salier (lazampasulcuore.it).
La prima mossa sta comunque nell’evitare quegli involontari errori che diversi proprietari commettono e mettere in atto qualche piccolo trucco per cercare di migliorare le cose.
Niente strattoni!
«Se il cane tira, non dare mai strattoni al guinzaglio per fermarlo: in questo modo puoi fargli male e tornerà comunque a tirare poco dopo», raccomanda innanzitutto l’educatrice. «Sbagliato anche assecondarlo accelerando il passo, perché sarebbe come dirgli “fai pure”. Continua invece a camminare con calma, portando però la mano che regge il guinzaglio vicino al tuo ventre. Quando Fido rallenta, lodalo e torna a tenere normalmente il guinzaglio. Se si ferma, magari annusando la pipì di un altro cane, non trascinarlo via, perché sarebbe frustrante: in quell’odore per lui ci sono messaggi importanti sull’animale che è passato da lì (età, sesso, fertile o sterile, stato sociale, situazione emotiva...) e si tratta di una vera forma di comunicazione». Può anche succedere che Fido tiri per evitare situazioni che tu non gestisci nel modo giusto. «Un esempio tipico: quando incontrate un altro cane, tendi ad avvicinarti per fargli fare amicizia, ma il primo approccio fra due cani è regolato da rituali che il tuo amico non può rispettare se è al guinzaglio e se tu lo conduci velocemente verso l’altro: un paio di esperienze negative e lui tirerà per sfuggire all’incontro», conclude Loredana Salier.