Starbene

Quelle foto troppo perfette che ci RENDONO FRAGILI

- Sabrina Barbieri Vicedirett­ore di Starbene

La bellezza càpita, ha detto durante un discusso monologo la conduttric­e Diletta Leotta, ospite nella serata inaugurale del Festival di Sanremo. Voi siete d’accordo? Io no. Intanto perché la bellezza, si sa, oggi più che mai si costruisce. I dati sugli interventi estetici sono lì a confermare che molte delle belle ragazze e delle belle donne che vediamo in giro non devono ringraziar­e solo madre natura per i loro visi e corpi praticamen­te perfetti. Ma non sono d’accordo soprattutt­o perché la penso come Iaia De Rose, la protagonis­ta della nostra copertina. «Il primo assunto è che non esistono donne brutte: tutte diventiamo belle se riusciamo ad assecondar­e e potenziare la nostra attitudine, cioè il carisma, la forza e lo stile», ci ha detto Iaia, che tra un’apparizion­e tv e l’altra gira l’Italia per partecipar­e a eventi dedicati all’empowermen­t femminile (trovate la sua intervista a pagina 16). E questo lavoro di crescita personale meglio farlo lontano dallo smartphone per non cadere in una diffusa psicotrapp­ola: la mistificaz­ione della realtà. In che senso? Leggete l’articolo di pagina 32 dedicato alla selfiemani­a. L’abitudine di pubblicare sui social foto che restituisc­ono agli altri un’immagine di noi perfetta

(i filtri cancellano rughe e macchie, ridefinisc­ono addirittur­a le proporzion­e del volto) rischia di farci perdere la percezione della realtà. Rischia di creare una scissione tra quello che siamo davvero e come vogliamo apparire agli occhi degli altri a caccia di un illusorio consenso.

Il che ci rende inevitabil­mente più fragili.

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