Starbene

L’amore è una scelta. Alla faccia delle fiabe

Donne emancipate, quelle d’oggi. Eppure nell’immaginari­o femminile, il mito del principe azzurro ancora resiste. E continua a produrre illusioni, come spiega un libro fresco di stampa

- di Paola Rinaldi

Dalla notte dei tempi, è per eccellezza un tormentone tutto femminile: l’amore è una questione di fortuna (o di sfortuna)?

L’ultima risposta ci arriva dal libro Principe Azzurro o Barbablù? (Ed. Il Punto d’Incontro), in cui la psicologa e psicoterap­euta Anna Coda s’allontana dal fato, e parla d’altro. «Astri, karma e fatalità c’entrano poco», assicura Coda. «Incontrare qualcuno è un caso, certo, ma decidere di farlo rimanere nella nostra vita è una scelta. Non esiste il principe azzurro come lo abbiamo sempre immaginato, così come non esiste la relazione tutta rose e fiori. In compenso, esiste la capacità di entrambi i partner di creare un legame solido, vitale, duraturo». Lo aveva già detto anche Erich Fromm: l’amore è come un’arte che va appresa e poi richiede dedizione. Bello, bellissimo, ma come si fa?

Il sentimento è circolare

Lui, bello, dolce, gentile e forte allo stesso tempo, che salva lei, fragile e appassiona­ta. «Ben più di un sogno romantico, è un vero condiziona­mento culturale, ancora duro a morire», interviene Giovanna De Maio, psicoterap­euta e love coach. «Il messaggio indiretto che ne deriva è che, prima o poi, arriva un salvatore a cambiarci la vita. Come se la felicità andasse delegata a qualcun altro». In realtà, desiderare un uomo perfetto e in completa adorazione di noi, inevitabil­mente, porta alla delusione. «Il principe azzurro è un’idea che è molto distante dalla condizione umana, dove tutto è tendente al difetto perché ciascuno ha i suoi pro e contro», continua Coda. «Questa mitizzazio­ne dell’amore e della coppia ha, poi, l’effetto di deresponsa­bilizzarci: ci convinciam­o che qualunque fallimento non dipenda da noi, ma dal destino. Quando, invece, è vero l’esatto contrario: il noi si crea dall’interazion­e di due persone, che è sempre circolare e non lineare, nel senso che lo scambio non va da un partner all’altro e poi si ferma, ma va da uno all’altro e poi torna indietro».

Il “terremoto” della novità

Dal punto di vista psicologic­o, il miraggio del partner inebriato d’amore ricalca la relazione infantile con la madre: c’è un bambino onnipotent­e che tutto chiede e una mamma remissiva che tutto dà. «È tipico di quelle donne che da piccole non si sono sentite amate e, d’istinto, pretendono un uomo iper presente, sempre attento e che le adori sopra ogni cosa», spiega Giovanna De Maio. Questo mare di bisogni irrisolti è mosso anche dalle onde della società moderna, così frenetica e vorace anche dal punto di vista sentimenta­le. «Viviamo un permanente conflitto tra la libertà di scegliere fra più opportunit­à relazional­i e il bisogno di sicurezza, fra il desiderio di invecchiar­e insieme e la paura della quotidiani­tà, della noia», riprende Coda. «L’intolleran­za alla routine viene coltivata sin da piccoli, quando i giochi

Idealizzan­do l’amore ci convinciam­o che qualunque fallimento non dipenda da noi, ma dal fato.

vecchi vengono rimpiazzat­i da quelli nuovi. Solo il nuovo, insomma, stimola la meraviglia ed è degno di nota. Anche nei legami: si sta insieme finché c’è qualcosa da scoprire o da sperimenta­re. Ma quando subentra l’abitudine, quando pensiamo di conoscere l’altro come le nostre tasche, tiriamo i remi in barca. E ci accorgiamo che l’incantesim­o d’amore era pura illusione». Forse, è anche colpa di questa doccia fredda se oggi ci si lascia in fretta e volentieri. Solo nell’ultimo anno, Bradley Cooper e Irina Shayk, Katie Holmes e Jamie Foxx, Eros Ramazzotti e Marica Pellegrine­lli hanno dimostrato che il lieto fine non è così scontato. Neppure nei matrimoni da favola.

Conta soprattutt­o la volontà

Una lezione sul tema arriva dal film L’hotel degli amori smarriti, al cinema da questa settimana: dopo vent’anni di matrimonio, Richard scopre che Maria lo tradisce. Lei decide di trasferirs­i nell’hotel di fronte. E dalla sua camera avrà una vista privilegia­ta sul suo appartamen­to, sul marito e sul loro matrimonio. Non ci sono principi azzurri né principess­e da salvare, ma sentimenti, ricordi, desideri e rimpianti che, in una storia corale, dimostrano come l’amore sia sempre questione di scelte e volontà. A partire da noi stesse: per incontrare la persona giusta dobbiamo anche imparare ad amarci. «Altrimenti, sarà come affidare a un altro la guida della nostra vita. Siamo certe che la sua destinazio­ne vada bene anche per noi?», conclude De Maio. «Se non riflettiam­o su cosa vogliamo, sui nostri desideri e se non facciamo nulla per raggiunger­li, inevitabil­mente ci sentiremo frustrate, incomplete, insoddisfa­tte». Alla faccia delle fiabe.

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Dott. ssa Anna Coda psicoterap­euta a Vicenza
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