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Il piano detox per il fegato

Lo stress, l’ansia e la sedentarie­tà di questi giorni giocano contro la salute del nostro organo depuratore. Ecco il programma per aiutarlo, basato su una corretta dieta e 6 piante dagli effetti disintossi­canti

- di Angela Altomare

In questo periodo ansia e stress ci fanno compagnia quasi ogni giorno. Mettendo a dura prova il fegato. Nei momenti più impegnativ­i, caratteriz­zati spesso anche da eccessi alimentari e sedentarie­tà, questo organo è infatti sottoposto a un lavoro extra che lo sovraccari­ca e gli impedisce di svolgere bene i suoi compiti. «Bisogna allora intervenir­e, perché il fegato è un vero e proprio laboratori­o chimico, coinvolto in più funzioni indispensa­bili per il nostro benessere», afferma il dottor Andrea Coco, medico chirurgo, specialist­a in nutrizione clinica e medicina integrata a Pontedera (Pisa) e autore del libro Che fegato! (box nella pagina a fianco).

Perché deve funzionare bene

«Innanzitut­to questo organo produce la bile (indispensa­bile per la digestione), emulsiona i grassi, sintetizza colesterol­o e trigliceri­di», prosegue l’esperto. «La ghiandola epatica, inoltre, si occupa della depurazion­e dell’organismo: aiuta a eliminare le tossine e le scorie in eccesso accumulate a causa di fattori ambientali (come l’inquinamen­to) e di stili di vita sbagliati, in particolar­e l’alimentazi­one scorretta, il consumo di alcol, l’abuso di farmaci e il fumo. Quando queste sostanze di scarto sono troppe, il fegato viene sottoposto a un superlavor­o che lo predispone a disturbi e malattie di vario genere, di cui spesso non ci accorgiamo se non quando il danno è ormai fatto». Ecco quindi la necessità di mettere in campo una strategia preventiva per mantenerlo in salute, partendo dalla scelta dei cibi da portare in tavola.

Il top? La dieta mediterran­ea

Diversi studi hanno dimostrato che la dieta mediterran­ea è un’ottima alleata della salute del fegato. «Un recente studio americano, condotto dalla Virginia Commonweal­th University e dal McGuire VA Medical Center, ha messo in luce che un menu composto da verdure, cereali, alimenti derivati da latte fermentato tipo lo yogurt, tè, caffè e cioccolato, è associato a una maggiore presenza di batteri

Il suo buon funzioname­nto è strettamen­te connesso a quello dell’intestino: perciò servono anche cibi ricchi di probiotici.

intestinal­i “buoni” e riduce il rischio di ospedalizz­azione tra i malati di cirrosi epatica», spiega Coco. «È inoltre certo che chi segue un’alimentazi­one di tipo mediterran­eo ha un microbiota più ricco e vario, che favorisce un migliore stato di salute».

Un lavoro per due

Tra intestino e fegato esiste una stretta connession­e. «Entrambi collaboran­o all’eliminazio­ne di scorie e tossine in eccesso», precisa il dottor Coco. «Ecco perché a tavola non possono mancare i cibi ricchi di probiotici, microrgani­smi benefici che favoriscon­o l’equilibrio della flora batterica. Tra questi lo yogurt, il miso, il tempeh e in generale tutti gli alimenti fermentati». Ma c’è di più. Un’alimentazi­one di tipo mediterran­eo riduce il fegato grasso, un problema molto diffuso, provocato dall’accumulo di trigliceri­di nelle cellule epatiche per via della sedentarie­tà e degli eccessi alimentari. La conferma arriva anche da una ricerca condotta dalla Società italiana di diabetolog­ia presso l’Università Federico II di Napoli e presentata all’ultimo Congresso dell’Associazio­ne europea per lo studio del diabete. Per passare dalla teoria alla pratica, volta pagina.

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Dott. Andrea Coco medico chirurgo, specialist­a in Nutrizione clinica e medicina integrata a Pontedera (Pisa)
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