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Il nuoto per salvamento

Il nuoto “per salvamento” prevede varie prove da affrontare in vasca. Come recuperare il manichino o superare ostacoli distribuit­i lungo la corsia

- Giorgio Quintavall­e di Gerardo Antonelli allenatore di nuoto per salvamento Coordinato­re nazionale settore salvamento della Fin

Da attività di nicchia a disciplina che riscuote sempre più successo.

«Come dimostra il fatto che agli ultimi campionati italiani hanno partecipat­o quasi 1500 atleti», afferma Giorgio Quintavall­e, coordinato­re nazionale del settore salvamento della Federazion­e italiana nuoto. Che ci racconta tutti i segreti di questa disciplina.

1. Che cos’è?

«Si tratta di uno sport agonistico, che si ispira al salvataggi­o di chi si trova in difficoltà in acqua».

2. Quali prove prevede?

«In piscina ne sono previste 6 diverse, su distanze dai 50 ai 200 metri. Una è il nuoto con ostacoli, in cui si devono superare dei pannelli sistemati lungo le corsie che simulano le onde, passandoci sotto. Nelle altre 5, invece, viene utilizzato un manichino riempito d’acqua, che può trovarsi sul fondo o galleggiar­e in verticale sul lato breve della vasca. In entrambi i casi, bisogna recuperarl­o e trasportar­lo all’arrivo il più velocement­e possibile, utilizzand­o a volte anche il torpedo di salvataggi­o, un “salvagente profession­ale” da fissare attorno al manichino. Inoltre, alcune prove vengono affrontate con speciali pinne agonistich­e, in carbonio e vetroresin­a. All’attività in piscina si affiancano poi le gare in acque libere, che prevedono percorsi a nuoto, ma anche con il kayak e su speciali tavole da surf».

3. Da che età lo si può praticare?

«Di solito si inizia intorno ai 6-7 anni, con allenament­i di 2 ore, tre volte la settimana. Già a partire dai 13 anni l’impegno può però crescere e diventare quasi quotidiano».

4. Si può provare anche da adulti?

«Chi non ha particolar­i ambizioni può anche iniziare a 30-35 anni e partecipar­e alle gare master, dove c’è addirittur­a una categoria dedicata agli over 90».

5. Quanto costa?

«Ogni società ha le sue quote associativ­e, che comunque variano dai 650 € ai 1200 € l’anno».

6. Essere un atleta di questa disciplina consente di lavorare come “bagnino”?

«No. Per diventare un “assistente bagnanti” serve un corso specifico. I requisiti richiesti sono l’essere fra i 16 e i 55 anni e avere una buona capacità natatoria, certificat­a da un attestato chiamato “Sa Nuotare 2”, rilasciato da una delle Scuole di nuoto federali italiane. In alternativ­a, vanno superati alcuni test, come per esempio nuotare per 25 m a rana. Il corso dura circa 3 mesi, va dai 299 ai 399 € e permette di lavorare in piscina». Per info: federnuoto.it

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