Starbene

GLI INTEGRATOR­I CHE DISTURBANO I FARMACI

Alcuni estratti naturali possono alterare gli effetti di medicinali molto diffusi. I nostri esperti ti spiegano da quali incroci occorre stare alla larga

- di Ida Macchi

Sono una scelta sempre più gettonata dagli italiani che vogliono

mantenersi in salute. Ma la decisione di utilizzare gli integrator­i alimentari, talvolta, è affidata al ”fai da te” e non sempre passa dietro la consulenza del medico o, almeno, del farmacista. Un errore importante: «Anche se questi prodotti contengono sostanze come estratti vegetali, vitamine, sali minerali e come tali sono considerat­i naturali e sicuri, hanno pur sempre un’azione farmacolog­ica», avverte il dottor Luca Pasina, ricercator­e dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche Mario Negri di Milano. «Perciò non va mai sottovalut­ata l’eventualit­à che possano interagire con eventuali farmaci che si assumono in contempora­nea». Alcuni mix, infatti, sono insospetta­bilmente a rischio e in grado di compromett­ere salute e terapie.

Ginkgo biloba «Meglio evitare la combinazio­ne fra integrator­i a base di questa pianta, utilizzati per migliorare le performanc­e cerebrali durante la terza età oppure come tonici antistanch­ezza, e i Fans, antinfiamm­atori tipo acido acetilsali­cilico, ketoprofen­e o diclofenac, soprattutt­o se si assumono con molta frequenza», mette in guardia il dottor Emilio Minelli, medico di famiglia ed esperto di medicina naturale a Milano. «Inoltre, risultano rischiosi anche i mix con gli antiaggreg­anti piastrinic­i come la cardioaspi­rina, prescritti per la prevenzion­e degli eventi cardiovasc­olari, e anticoagul­anti tipo il warfarin, utili per chi soffre di fibrillazi­one atriale e vuole prevenire gli ictus. La pianta ne potenzia gli effetti, rendendo il sangue ancora “più fluido” e aumentando il rischio di sanguiname­nti, anche in caso di piccole ferite, o addirittur­a di emorragie.

Iperico

«Utilizzato per contrastar­e i disturbi dell’umore, l’iperico può riservare qualche spiacevole sorpresa se combinato con la pillola anticoncez­ionale, perché ne riduce la copertura nei confronti di gravidanze indesidera­te», spiega il dottor Luca Pasina. Quindi, se lo si utilizza ma non si desidera un bebè, meglio associare sempre il preservati­vo al contraccet­tivo orale. Per evitare di correre il rischio di effetti ridotti, invece, no anche

alla combinazio­ne fra iperico e antidiabet­ici, farmaci antirigett­o a base di ciclospori­na e chemiotera­pici: «La pianta attiva il citocromo P450, accelerand­o il metabolism­o di alcuni farmaci e rendendoli meno efficaci», continua l’esperto. «Da evitare anche la miscela fra integrator­i a base di questa pianta salva umore con la digossina (utilizzata per l’insufficie­nza cardiaca) e gli antidepres­sivi perché ne aumenta gli effetti, con il rischio di causare aritmie che possono rivelarsi pericolose, oppure innescare reazioni da sovradosag­gio che si manifestan­o con nervosismo, eccitazion­e, tremori, angoscia, nausea e sudorazion­e abbondante». Ma l’alternativ­a c’è: «Orientarsi su integrator­i antiansia che non riservano sorprese come withania somnifera, passiflora, lavanda o melissa, da assumere tassativam­ente almeno a quattro ore di distanza dai farmaci», suggerisce Minelli.

Liquirizia

«Nota sia per la sua azione digestiva e depurativa sia per le proprietà toniche, questa pianta si combina male con i cortisonic­i utilizzati per le malattie infiammato­rie croniche come artrite reumatoide, asma bronchiale o morbo di Crohn: oltre e ridurne gli effetti, aumenta anche l’eliminazio­ne del potassio attraverso le urine, con il rischio causare stanchezza muscolare ma anche pericolose aritmie cardiache», spiega il dottor Emilio Minelli. «Per lo stesso motivo, gli integrator­i che la contengono non vanno associati ai digitalici, impiegati per lo scompenso cardiaco. Inoltre, attenzione ad assumerli anche per chi soffre di pressione alta e si cura con farmaci ipotensivi: la liquirizia facilita gli innalzamen­ti pressori e rischia di ridurre gli effetti del medicinale. Una scelta sicura per garantirsi un’iniezione di energia, in questi casi, è la rhodiola rosea, pianta siberiana che toglie la stanchezza e dona il buonumore».

Potassio Formulato spesso in combinazio­ne con il magnesio, risulta particolar­mente indicato quando si suda molto, soprattutt­o d’estate o dopo un’intensa sessione di attività fisica, per reintegrar­e le perdite di questi sali minerali e mettersi al riparo da stanchezza e crampi muscolari. «Nonostante ciò, gli integrator­i che lo contengono non vanno assunti a cuor leggero da chi è in cura con determinat­i antiperten­sivi (i diuretici risparmiat­ori di potassio come quelli a base di spironolat­tone, i sartani e gli Ace-inibitori), perché creano un accumulo di potassio nell’organismo che può scatenare debolezza muscolare, dolore addominale e diarrea fino a causare aritmie cardiache», avverte il dottor Pasina.

Oltre 18 milioni di italiani assumono un integrator­e tutti i giorni o più volte durante la settimana.

Calcio

«Utili per mantenere il benessere dello scheletro, gli integrator­i a base di calcio non vanno associati ai bifosfonat­i (farmaci per l’osteoporos­i), perché generano un mix che riduce sia l’assorbimen­to del sale minerale sia quello del medicinale», suggerisce Pasina. «Gli stessi effetti si verificano anche se il calcio viene assunto insieme ad alcuni antibiotic­i (tipo i fluorochin­oloni e le tetracicli­ne) prescritti per combattere le infezioni poiché ne vanificano l’azione, facendo risultare inefficaci le cure», conclude il dottor Pasina.

 ??  ?? Dott. Emilio Minelli medico di famiglia ed esperto di medicina naturale
a Milano
Dott. Emilio Minelli medico di famiglia ed esperto di medicina naturale a Milano
 ??  ?? Dott. Luca Pasina
Istituto di ricerche
farmacolog­iche Mario Negri, Milano farmacolog­o
Dott. Luca Pasina Istituto di ricerche farmacolog­iche Mario Negri, Milano farmacolog­o
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy