Starbene

Diana Scatozza: «Tutto andrà bene, anche a tavola»

- di Paolo Corio

Secondo il nostro medico dietologo ritrovare il peso forma dopo la quarantena non sarà difficile, perché ci aiuterà a sentire che stiamo riprendend­o il controllo sulla nostra vita. Allarme rosso, invece, per l’aumentato consumo di vino e birrette: potrebbe innescare pericolose dipendenze Tra i picchi dell’emergenza Coronaviru­s va registrato anche quello dei dolci fatti in casa.

Per esempio, non si sono mai viste su Instagram e Facebook così tante immagini di zeppole di San Giuseppe come in occasione dello scorso 19 marzo. Un “boom” riscontrat­o anche dalla dottoressa Diana Scatozza, medico dietologo a Milano e storica esperta di Starbene, nell’attività di consulenza telefonica sulle problemati­che alimentari in cui è impegnata dall’inizio della quarantena per conto dell’onlus Qui e Allora (vedi box nella prossima pagina).

Dottoressa, solo ricerca di comfort food o c’è altro?

In effetti non si tratta solo di gratificar­si con un dolce, scelta preferita dalla maggior parte delle persone, o con qualche altro piatto sfornato in casa. Cucinare è un’azione fisica che aiuta a “scaricare” la tensione e applicarsi nel realizzare ricette (al pari di riordinare un armadio o fare i mestieri) riesce a distrarre la mente dalle ansie, tenendola impegnata su qualcosa di molto pratico. Due aspetti che hanno spinto e stanno spingendo molti di noi (soprattutt­o le donne), a impegnarsi ai fornelli. Poi ci sono gli aspetti della condivisio­ne: quella a tavola con la famiglia e quella virtuale via social.

Il Covid-19 ha innescato altre abitudini alimentari?

Sulla base delle telefonate ricevute al nostro servizio, una che ritengo decisament­e più preoccupan

te delle altre: un rapporto più disinvolto con l’alcol, innescato tanto dalle giornate rese più lunghe dalla quarantena quanto dalla voglia di evasione. Posso anche aggiungere che, in generale, gli uomini hanno aumentato i bicchieri di birra e superalcol­ici, mentre le donne i calici di vino bianco frizzante. E non mi stupirei se nel post-emergenza ci si trovasse a fare socialment­e i conti anche con un aumento di questa forma di dipendenza.

Per chi invece dovrà rimettersi in linea, non ci sarà il rischio di aggiungere stress a stress?

Sicurament­e l’aspetto psicologic­o giocherà un ruolo fondamenta­le. Per alcuni mettersi a dieta potrebbe però rivelarsi non solo più facile di altre volte, ma anche terapeutic­o: mi riferisco a chi vivrà anche questo aspetto come un’ulteriore possibilit­à di riprendere il controllo della situazione. Tra l’altro, va sottolinea­to che anche durante la quarantena il cibo ha potuto avere valenze positive, al di là delle file chilometri­che davanti ai supermerca­ti e all’overdose di calorie. Penso a quanti lo hanno utilizzato per continuare comunque a scandire il tempo della settimana, con pasti normali nei giorni feriali e quello “della domenica” a contrasseg­nare i festivi. Un modo utile per non smarrirsi in giornate tutte uguali.

“Stai calmo, mangia meglio” è quindi l’invito da fare?

Esattament­e. Chi vorrà smaltire i chili di troppo con successo, dovrà evitare di avere un atteggiame­nto eccessivam­ente restrittiv­o, perché in brevissimo tempo si ritroverà a gettare la spugna.

Suggerimen­ti pratici per una dieta vincente?

Iniziare ad agire su quelli che chiamo “gli ingredient­i invisibili”. Per esempio l’olio, del quale si è finito sicurament­e con l’abbondare nei continui pasti a casa. E ancor di più il burro, che proprio per la tendenza a fare dolci deve aver registrato un vero “boom” di vendite in questi ultimi mesi. Anche ridurre il sale è un piccolo, ma importante passo per tornare a un’alimentazi­one bilanciata. Poi, come già detto in precedenza, ci deve essere un approccio light ma sereno con il cibo. Prendiamo la pasta: non serve bandirla, basta limitarsi al sugo di pomodoro o con le verdure al posto dei più calorici condimenti che hanno magari spopolato in tavola nei giorni dell’emergenza. Infine, vale sempre la regola di concedersi anche ogni giorno una piccola gratificaz­ione: se non si esagera, non attenta alla linea e aiuta la motivazion­e.

Vede ancora happy hour nel nostro futuro?

Credo che questa esperienza porterà cambiament­i in ogni aspetto sociale, anche nel modo di vivere la conviviali­tà a tavola. In un immediato futuro vedo però soprattutt­o una tendenza a fare gli happy hour a casa con gli amici, convinti che si corrano meno rischi. Da medico, temo che possano ridare spazio ai contagi: l’invito a rimanere prudenti può apparire banale, ma è necessario.

Cominciamo dal ridurre gli ingredient­i “invisibili” : olio e burro, con cui abbiamo abbondato in cucina.

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Per parlare con Diana Scatozza
chiama lo 02-70300159 il 28 aprile dalle 9.30 alle 10.30
CHIEDI A STARBENE Per parlare con Diana Scatozza chiama lo 02-70300159 il 28 aprile dalle 9.30 alle 10.30
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