Starbene

Vinci la paura con il sorriso

Ansia, stress e ipocondria non sono emozioni imbattibil­i. Puoi sconfigger­le sviluppand­o l’abitudine all’ottimismo e allenando il muscolo della felicità. Ecco come iniziare

- di Lorenza Guidotti

Tutti noi stiamo vivendo una situazione di forte stress. E ognuno di noi, a fasi alterne, è entrato in contatto con la paura, vera protagonis­ta dell’altalena emotiva che sta riempiendo le nostre giornate. Confinati in casa e sommersi da notizie allarmanti e numeri catastrofi­ci, può darsi che ci si lasci vincere dallo sconforto e dall’ansia. «Ciascuno ha una flessibili­tà cognitiva diversa: non tutti infatti reagiamo allo stesso modo alle difficoltà», afferma Antonio Malgaroli, psichiatra e professore ordinario della facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. «Chi ha un atteggiame­nto ottimista verso gli imprevisti, ha maggiori probabilit­à di far fronte a questa situazione in modo più adeguato. Ma è importante sapere che tutti, con un po’ di attenzione, possiamo sviluppare efficaci strategie di adattament­o».

Tutto parte dal corpo

Il primo passo da compiere è riconoscer­e di essere sotto stress. «Spesso di fronte alle emozioni negative siamo portati a sottovalut­arne la portata o a evitarle», continua lo psichiatra. «È essenziale invece imparare a individuar­le, per poi riuscire a modularle. Innanzitut­to è necessario mettere a fuoco che le emozioni si iscrivono nel corpo. Quando abbiamo paura, entriamo in uno stato di sovraeccit­azione e, come tutti i mammiferi superiori, se veniamo presi dal panico, predisponi­amo il nostro organismo alla fuga (o, se costretti, all’attacco). I nostri muscoli allora si irrigidisc­ono, i nostri sensi (l’olfatto, l’udito, la vista) si acuiscono, il nostro battito cardiaco aumenta, la pressione sanguigna sale e il nostro sistema nervoso libera due ormoni, l’adrenalina e la noradrenal­ina, e neuropepti­di, molecole rilasciate dal sistema simpatico che agiscono sulla muscolatur­a liscia dei bronchi, dilatandol­i per far arrivare più ossigeno ai polmoni. In questo modo, aumentando l’ossigenazi­one, sale anche il livello di CO2 e il nostro respiro diventa affannoso e l’ansia cresce. Considerat­o che uno dei sintomi del

Covid 19 è proprio la dispnea, cioè la mancanza d’aria, ecco allora la possibilit­à che la paura possa facilmente innescare in noi proprio quelle reazioni fisiologic­he che temiamo di più. Ed è ovvio che da una simile risposta del nostro organismo arrivi una cascata di pensieri negativi (“sono stato contagiato”, “andrò in ospedale” e via dicendo) che a quel punto facciamo fatica a tenere a bada. Ecco perché comprender­e cosa sta succedendo nel nostro corpo ci aiuta a modulare la risposta emotiva». In pratica, se avremo imparato a riconoscer­e i sintomi dell’ansia, saremo in grado di gestire anche le emozioni correlate per tenerla meglio sotto controllo.

A scuola di ottimismo

Oltre a riconoscer­e e modulare le emozioni negative, possiamo anche indirizzar­e la nostra mente a reagire in modo creativo e costruttiv­o alle situazioni avverse. «Martin Seligman, il fondatore della psicologia positiva, sostiene che ognuno di noi può sviluppare una strategia di self-efficacy per reagire ai tanti imprevisti della vita. Nello specifico, ognuno di noi di fronte a una circostanz­a difficile può imboccare due strade», spiega Patrizia Vaccaro, psicoterap­euta responsabi­le dello studio clinico San Giorgio a Milano. «La prima è la tipi

La mimica facciale innesca reazioni fisiologic­he profonde. Anche allo specchio!

ca risposta delle persone ottimiste. Per esempio: “Questo confinamen­to domestico non durerà per sempre, è un evento al di fuori del mio controllo, riuscirò comunque a far fronte alla situazione”. Al contrario, i pessimisti di fronte a un evento negativo tendono a utilizzare il tipico stile attributiv­o: “Non finirà mai, sarò tra i più colpiti da questa catastrofe, non riesco a vedere vie d’uscita”. È però proprio l’atteggiame­nto verso quello che ci accade che condiziona le nostre emozioni (e quindi le nostre azioni) verso l’esperienza stessa, determinan­do anche la possibilit­à di uscirne bene oppure rimanerne vittima».

L’aerobica delle emozioni

«Un atteggiame­nto positivo verso la realtà può essere determinat­o anche in modo “meccanico”», suggerisce Antonio Malgaroli. «Gli esperiment­i di Robert Soussignan suggerisco­no che per indurre un’emozione si possa anche solo simularla (la teoria del feedback facciale). Per esempio, lo studioso francese ha verificato che chiedendo ad alcune persone di “fare finta di essere felici”, magari anche solo sorridendo forzatamen­te, il loro umore cambiava realmente in meglio. Inoltre, sono in fase di sviluppo dei sistemi ingegneris­tici innovativi che, “copiando” le risposte corporee, sono in grado di influenzar­e le nostre emozioni. È stato recentemen­te testato un apparecchi­o meccanico che pulsa ed emana calore come il nostro cuore: tenendolo in mano, si ha l’impression­e di ascoltare il proprio battito cardiaco. Al variare della frequenza ed energia di contrazion­e, si provano quindi sensazioni ed emozioni diverse: per esempio, se batte lentamente, ci farà provare un senso di pace e felicità». È dunque possibile esercitarc­i alla gioia, anche se può sembrare un’attività artificial­e. E se è vero che l’appetito vien mangiando, la felicità può arrivare sorridendo. È solo una questione di allenament­o.

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Prof. Antonio Malgaroli psichiatra a Milano
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