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I nuovi interventi per la miopia

I nuovi interventi permettono di correggere il più diffuso dei difetti visivi dall’inizio dell’età adulta fino a dopo i sessantann­i. Anche se mancano molte diottrie

- di Rossella Briganti oculista docente di chirurgia refrattiva Università di Milano

Sono 13 milioni gli italiani affetti da miopia. Tra questi, circa il 5 per cento presenta una miopia elevata, cioè superiore alle 10 diottrie,

con difficoltà a mettere a fuoco volti e oggetti che si trovano a una distanza superiore a un metro e mezzo. Un difetto refrattivo invalidant­e, che impatta negativame­nte sulla qualità della vita e che, per di più, non si manifesta in età puberale, come le altre forme di miopia, ma verso i 3 anni. Si tratta, infatti, di una disfunzion­e ereditaria, legata all’anatomia dell’occhio che appare più lungo della media. Di conseguenz­a l’immagine non cade sulla retina ma davanti a essa. Fortunatam­ente oggi, esistono diverse soluzioni alternativ­e agli occhiali di una volta, che avevano lenti spesse e convesse, con quella “calotta” simile ai fondi di bottiglia. «Da qualche anno è possibile montare sugli occhiali le lenti asferiche, che non deformano l’occhio», spiega il professor Luigi Marino, oculista e docente di chirurgia refrattiva all’Università di Milano.

Per i più giovani lenti a contatto

«Gia verso i 6-7 anni, se il bambino è collaborat­ivo, è possibile passare alle lenti a contatto, più pratiche perché consentono di correre e fare sport senza problemi», assicura l’oculista. «Va però detto che la miopia elevata va spesso a braccetto con l’astigmatis­mo, un altro vizio di refrazione che mina la qualità della visione, portando il bambino a confondere le lettere dell’alfabeto: la p viene scambiata con la f, la r con la o. In questo caso, è difficile avere degli occhiali o delle lenti a contatto che correggano perfettame­nte entrambi i difetti. Già in età scolare è quindi possibile eliminare l’astigmatis­mo elevato con una piccolo intervento di fotoablazi­one laser (PRK): mira a modificare la curvatura della cornea agendo sulla sua superficie. Un’operazione sicura e indolore che dura pochi minuti». Invece, per la correzione chirurgica della miopia, non è possibile intervenir­e presto: bisogna aspettare che il difetto si sia stabilizza­to e programmar­e l’intervento non prima dei 18 anni.

Il laser che risparmia la cornea Buone notizie per i grandi miopi che sono sempre stati tentati dall’idea di sottoporsi all’intervento. Mentre fino a pochi anni fa, venivano esclusi tutti coloro che avevano una cornea troppo sottile, i laser a eccimeri di quinta generazion­e consentono una precisione mai raggiunta finora. E perciò “accettano” come candidati anche coloro che prima non avevano i requisiti per farsi operare. «La nuova tecnologia “tissue saving” contempla dei software che guidano il laser al massimo risparmio di tessuto corneale», precisa Marino. «Poiché l’intervento consiste nel creare un piccolo “cratere” al centro della cornea, così da appiattirl­a e far cadere l’immagine nel punto giusto, i precedenti laser assottigli­avano troppo la cornea con il rischio di lederla, causando un cheratocon­o iatrogeno (la cornea che “cede” e si sfianca in avanti). I nuovi laser, invece, realizzano un’ablazione che permette di correggere anche miopie elevate senza assottigli­are troppo l’epitelio. L’importante è fare un’accurata valutazion­e iniziale: in questo modo è possibile programmar­e un intervento-laser personaliz­zato, assolutame­nte indolore e che dà grandi soddisfazi­oni per la rapidità dei risultati: il giorno dopo l’operazione la visione è già molto buona, e nel giro di 4- 5 giorni si stabilizza in maniera definitiva». Se la cornea lo consente, è possibile operare pazienti anche con 15-20 diottrie di miopia; nel 90% dei casi si ottiene un recupero visivo del 100% fin da subito, mentre nel restante 10% può rendersi necessaria un’ulteriore correzione.

Da Brad Pitt a Nicole Kidman: sono tanti i vip che hanno abbandonat­o lenti e montature.

Le lentine intraocula­ri

Se la cornea è troppo sottile (inferiore ai 500 micron) e il laser è off limits perché “scaverebbe” troppo nell’epitelio, c’è un’altra valida alternativ­a agli occhiali: l’applicazio­ne delle cosiddette lenti fachiche. «Si tratta di minuscole lenti in materiale morbido che vengono inserite tra l’iride e la parte posteriore della cornea, o tra l’iride e il cristallin­o (la nostra lente naturale). Sono fatte di un materiale biocompati­bile perfettame­nte tollerato, chiamato collamero perché composto da un polimero di collagene, associato a un filtro di raggi ultraviole­tti», conclude il professor Marino. Le lenti fachiche vengono inserite in anestesia locale, dopo aver instillato un collirio, attraverso un’incisione di 3 mm. L’intervento dura 15 minuti per entrambi gli occhi e assicura risultati permanenti, perché le lentine intraocula­ri durano tutta la vita e non necessitan­o di essere sostituite. Grazie a esse, anche chi ha un deficit visivo di 25 diottrie può dire addio agli occhiali “da talpa” e festeggiar­e il ritorno alla vita normale.

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Brad Pitt
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Ewan Mcgregor
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Michelle Hunziker
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Nicole Kidman

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