Monica Setta: «L’isolamento mi ha “riacceso” i diverticoli»
La conduttrice convive da anni con la malattia, che richiede un’attenzione particolare alla dieta. La “quarantena” le ha fatto moltiplicare gli sgarri, mettendo a rischio la sua salute
«Quattro anni fa ho vissuto momenti difficili a causa di una diverticolite acuta, sono stata operata e tutto sembrava tornato alla normalità. Ultimamente, invece, sono tornata a preoccuparmi perché chi è affetto da questa malattia, dalla quale non si guarisce mai, deve attenersi a una dieta rigida - che esclude molti alimenti tra cui gli zuccheri, gli insaccati, le spezie, la carne di maiale - difficile da rispettare nella “quarantena casalinga”». Monica Setta, 55 anni, eclettica giornalista al timone insieme a Tiberio Timperi di Uno Mattina in Famiglia di Michele Guardì (ogni weekend fino a fine maggio, con ascolti che superano i due milioni di telespettatori a puntata), è un fiume in piena mentre racconta la sua convivenza con i diverticoli. «Devo cercare frutta, verdura, bevande probiotiche, yogurt che non si trovano nelle piccole botteghe di alimentari dove, per non restare troppo fuori casa, vado a fare la spesa. Stando tra le pareti domestiche, ho la tentazione di mangiare una lasagna scongelata o una torta con le fragole che potrebbero farmi riaccendere la patologia». L’alimentazione gioca un ruolo importante nell’insorgenza della diverticolite acuta, insieme al sovrappeso e a uno scorretto stile di vita. «In questo periodo, tutto si è complicato e non posso più fare attività fisica. Andavo in palestra tre volte a settimana e due in piscina. Vivo reclusa e come tutti cado in tentazione», ci confida la conduttrice. «C’è stato un pomeriggio in cui presa dalla noia ho mangiato un intero pacco di patatine e ho bevuto due bibite, mentre chi ha i diverticoli dovrebbe evitare fritture, junk food, alcolici, bevande frizzanti. E poi adoro la pastasciutta e la pizza che sono alimenti “coccola”, specie in queste giornate. Così sto anche mettendo su qualche chilo. Unica accortezza “salutista”, bevo una tazza di acqua calda e limone al mattino che mi dà un senso di sazietà. E non manca mai il farmaco, che devo assumere a cicli periodici», continua Setta.
I sintomi “rivelatori”
Ma come ci si accorge di soffrire di questa patologia? «Avevo fitte al basso ventre e difficoltà a digerire, ma non me ne preoccupavo. Stavo
I diverticoli colpiscono il 60% della popolazione sopra i 50 anni. Ma solo il 20% accusa disturbi.
preparando un programma con Rita Dalla Chiesa ed eravamo impegnate in riunioni continue. Un giorno ho avuto una colica, dopo un brunch in un ristorante del centro. Non ricordo cosa avessi mangiato, ma avevo la sensazione di avere in bocca un pezzo di latta, di quelle dove si tengono i piselli. Fu proprio Rita a portarmi in clinica e di qui il verdetto del medico: “Penso che lei abbia un’occlusione intestinale e occorre intervenire chirurgicamente”». I minuti successivi sono stati di panico per la giornalista che non sapeva come affrontare la situazione. «Mi sentivo sola, mia figlia Gaia era a Venezia in gita scolastica. I miei genitori già con altri problemi: c’era mio padre che non stava bene. Mi consulto con i colleghi amici e decido di affidarmi a un chirurgo famoso nel mondo dello spettacolo. Sono stata in sala
operatoria ben sette ore, mi hanno tolto un pezzetto di sigma (la zona che precede il retto)».
La febbre e la paura che fosse Covid
Nelle scorse settimane Monica si è nuovamente allarmata. «Dal fruttivendolo del mio quartiere ho trovato solo ortaggi filamentosi, che non sono un toccasana per i diverticoli. Ho fatto una scorpacciata di carciofi saltati in padella e la notte sono stata male. La sera stessa avevo bevuto anche una birra, cosa che non faccio mai. Ho avuto dolori al fianco e mi è salita la febbre, tanto che mi sono spaventata e ho chiamato una mia amica, che al Gemelli di Roma si occupa di Covid-19. Quella notte era di guardia e mi ha fatto mille domande per capire, ma per fortuna, non avendo tosse o altri sintomi, ha escluso il virus. Ora sto bene, l’allarme mi ha spinto a rimettermi un po’ in riga. Anche se, nelle lunghe ore tra libri, pulizie, televisione o musica, la voglia di cucinare per una pugliese come me è forte. Così mi sono organizzata. Preparo pranzi e cene sfiziose per la mia anziana mamma che vive, da sola, sopra il mio appartamento o per mia figlia. Io, invece, cerco di seguire un regime alimentare un po’ più restrittivo. E pensare che prima del Covid-19, mi gustavo i cornetti alla panna che ogni tanto Timperi portava in studio. Ora è cambiato tutto, anche se siamo una delle poche trasmissioni che Rai1 ha confermato. Niente più cibo dall’esterno, se non il mio thermos di tè deteinato. Ci misurano la febbre all’ingresso. Mascherine e guanti da indossare, fino a qualche secondo prima di andare in onda. Niente truccatori, io faccio da sola o mi aiuta mia figlia, niente parrucchieri. Nei camerini c’è un solo abito che è quello che indosserai per la puntata. Portiamo avanti un modo di fare televisione più “al naturale” rispetto a quello che era un po’ di tempo fa, senza enfatizzare o minimizzare il problema. Poi vedremo che succederà quando il pericolo sarà rientrato. Vivo alla giornata: ma c’è sempre l’imponderabile».