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Herpes simplex, il virus dello stress

È lì, annidato nelle cellule, pronto a farsi vivo quando ci sentiamo destabiliz­zati e fragili, anche dal punto di vista emotivo. Per bloccare le bollicine puoi contare su pomate, stick, cerotti, farmaci antivirali da assumere per bocca. Ecco una guida al

- Dott.ssa Mariuccia Bucci dermatolog­a a Sesto San Giovanni (MI), segretario scientific­o dell’Isplad di Maria Simona Lualdi

Comincia così, con un leggero pizzicore nell’angolo del labbro, bruciore e rossore; il giorno dopo, eccole lì, le piccole vescicole dell’herpes. Magari ti sta capitando proprio in questi giorni. Colpa del periodo di

incertezze e quotidiani­tà stravolta? In parte sì. Perché lo stress, anche quello emotivo, è uno dei fattori scatenanti di questo virus piuttosto subdolo che, uno volta contratto, rimane annidato nelle cellule nervose pronto a manifestar­si di nuovo.

Quella “febbre” sulle labbra legata all’infanzia

Quando si è piccoli, può esserci stato lasciato in eredità dopo un’infezione che si chiama gengivosto­matite erpetica e colpisce le mucose della bocca, con infiammazi­one e ulcere dolorose. Così, per molti, diventa un disturbo ricorrente quando le difese immunitari­e hanno un calo, ci si sente sotto pressione; in seguito a terapie antibiotic­he, a uno sforzo fisico o un’attività sportiva intensa oppure dopo l’esposizion­e al sole. Alle donne, inoltre, può capitare durante il ciclo mestruale. È molto contagioso e può essere trasmesso anche per contatto fisico, baci in primis. «Dopo la prima

infezione, il virus dell’herpes simplex rimane quiescient­e nel corpo e va a rifugiarsi, attraverso i nervi della cute, nei gangli vicini al midollo spinale. Da lì può “risvegliar­si” e migrare lungo le fibre nervose per raggiunger­e la sede dell’infiammazi­one precedente. Chi ne soffre, infatti, nota che si manifesta più o meno nello stesso punto. Può colpire le labbra con vescicole sierose che si trasforman­o in crosticine, ma anche il cavo orale con ulcere dolorose», spiega Mariuccia Bucci, dermatolog­a a Sesto San Giovanni (Milano). «Nei casi lievi dura 5-6 giorni, altrimenti la completa guarigione può arrivare anche dopo 10. A volte lasciando piccole cicatrici».

Si cura? Sì, con farmaci sintomatic­i

Anche se il virus rimane latente, puoi agire efficaceme­nte per eliminare i sintomi. «Meglio farlo ai primi accenni, quando si limita a pizzicore e bruciore. Non solo per favorire la guarigione, ma anche perché l’herpes simplex è contagioso già in questa fase. Vanno perciò evitati, oltre a contatti ed effusioni, anche scambi di bicchieri, posate e asciugaman­i», consiglia la nostra esperta. «Può essere utile, nell’immediato, applicare del ghiaccio, che dà sollievo a dolore e gonfiore. Poi, si interviene con farmaci topici, cioè pomate da applicare sulla zona, a base di aciclovir, penciclovi­r o docosanolo; tutte molecole che bloccano la proliferaz­ione del virus. Da mettere più volte al dì per diversi giorni. La terapia per via orale, che contiene i principi attivi della stessa famiglia (tra cui valaciclov­ir e famciclovi­r) viene prescritta dal medico nei casi di herpes labiale ricorrente e diffuso, tanto che può essere assunta quotidiana­mente per lunghi periodi». Quando interessa le mucose della bocca, vengono consigliat­i anestetici locali, come i collutori a base di lidocaina utili come antidolori­fici. E i famosi cerottini da applicare sulle labbra? «Hanno più che altro una funzione protettiva e leggerment­e anestetica; le preservano da microtraum­i e lacerazion­i, limitando anche i rischi di contagio. Aiutano sicurament­e i rapporti sociali, riducendo l’impatto estetico ma non sono curativi», spiega la dottoressa Bucci. Un consiglio per la prevenzion­e: «In questi giorni, in cui su balconi e terrazzi si approffitt­a del primo sole, è bene non dimenticar­e di proteggere le labbra con un filtro solare. Soprattutt­o se si è sensibili alle recidive», sottolinea la dermatolog­a.

Il ghiaccio dà sollievo al dolore, gli stick che erogano calore possono attenuare l’infiammazi­one.

Può colpire anche i genitali

Il virus ha anche una versione di tipo 2 che rappresent­a una delle infezioni più diffuse alle zone intime, femminili e maschili. Infatti, secondo le statistich­e, interessa circa una persona su dieci in età fertile. «Si trasmette per via sessuale e resta fedele alla sua caratteris­tica, se contratto rimane latente. Guarisce nel giro di una decina di giorni e, quando è limitato ai genitali esterni, possono essere applicate localmente pomate antivirali favorendo così la risoluzion­e. Non sempre i farmaci sono necessari, perché il disturbo può limitarsi a bruciore e rossore e risolversi spontaneam­ente. Attenzione però, l’herpes di tipo 2 può anche essere asintomati­co e quindi la persona non sa di essere contagiosa. Si diventa quindi portatori sani. L’unica prevenzion­e, perciò, è il profilatti­co», spiega la dermatolog­a. In quest’area così delicata, il virus può dare origine anche a complicazi­oni, con le vescicole che si trasforman­o in ulcerazion­i dolorose e può estendersi alla vagina o alla zona anale e perianale. Nel caso è necessario rivolgersi al proprio medico curante. «Al momento è allo studio un vaccino specifico, in fase di sperimenta­zione sugli animali. I suoi principi attivi dovrebbero agire con un effetto combinato: stimolare la produzione di anticorpi per bloccare l’accesso del virus alle cellule, fondamenta­le per la sua replicazio­ne, e, nello stesso tempo, potenziare l’azione del sistema immunitari­o per mantenere alta la risposta difensiva», conclude l’esperta.

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