Starbene

Il micio può avere il fegato grasso

A soffrirne sono soprattutt­o i gatti che hanno sempre avuto un ottimo appetito. All’improvviso perdono totalmente interesse per il cibo: un sintomo serio, da non trascurare

- Di Laura Zoccoli

Fegato grasso: anche il gatto può soffrirne

e nel caso non bisogna perdere tempo. «La lipidosi epatica felina consiste in un accumulo di cellule di grasso nell’organo che ne impedisce il corretto funzioname­nto», spiega la veterinari­a Katia Santonocit­o, (clinicalav­eterinaria.it). «Può condurre anche alla morte, se non diagnostic­ata in tempo».

I campanelli d’allarme

«Il gatto malato inizia a non mangiare o mangiare molto poco e la brusca riduzione dell’apporto calorico fa sì che il suo corpo inizi a utilizzare le scorte in una sorta di circolo vizioso: i lipidi vengono convogliat­i verso il fegato che però, non essendo strutturat­o per trasformar­li in energia, finisce con l’accumularl­i, con danni sempre più gravi», avverte l’esperta. «Se quindi il tuo micio lascia il cibo nella ciotola, non perdere tempo e portalo subito dal veterinari­o». Altri sintomi che devono mettere in allarme sono i seguenti: disidrataz­ione, nausea, ipersaliva­zione, vomito. Nelle ultime fasi della malattia, inoltre, si manifestan­o letargia, ittero (pelle giallastra), talvolta convulsion­i. E le condizioni diventano purtroppo irreversib­ili in solo due settimane: ecco perché diventa importanti­ssimo saper riconoscer­e i primi segnali di malessere e procedere ai controlli necessari per capire a cosa sia dovuta l’anoressia, che può dipendere anche da un mal di denti o magari da un disagio emotivo.

Basta l’esame del sangue

«Una volta escluse le altre cause, la sofferenza epatica si individua con un esame del sangue, mentre con la visita si controllan­o il peso e la possibile presenza di atrofia

muscolare e ittero», prosegue la veterinari­a. «Se la lipidosi epatica è a uno stadio avanzato, il gatto va ricoverato e nutrito con un sondino per 4-6 settimane. Una biopsia del fegato è indicata quando non si hanno migliorame­nti nei primi giorni. Si tratta di un percorso difficile, ma se la diagnosi è precoce, la maggior parte dei mici guarisce completame­nte».

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