Starbene

TI AMO MA... STO A CASA MIA

Le coppie che si formano dopo la fine di una storia importante sono più felici, dicono gli esperti. Il loro segreto? Hanno imparato dagli errori del passato e mettono in atto misure preventive. Come quella di non convivere o di non condivider­e troppo temp

- Di Alessandro Pellizzari

Dott.ssa Roberta Rossi

Psicoterap­euta e sessuologa

Roma

In questi ultimi anni psicologi e sessuologi, ma anche i sociologi e i “mediatori” delle relazioni interperso­nali come counselor e love coach stanno studiando le relazioni che nascono fra gli over 40 e dopo una separazion­e, o comunque dopo la fine di una storia importante. Lo scopo ultimo è scovare il segreto della nuova felicità e longevità di coppia, dopo che scelte come matrimonio, fedeltà e convivenza vengono messe a dura prova generazion­e dopo generazion­e. Il maggior rischio per la vita in due? Non c’è dubbio: la routine. «Lavora come un tarlo all’interno di un mobile che, dall’esterno, pare intonso e perfetto, ma dentro è pieno di buchi e a un certo punto, se non si interviene, si frantuma», commenta Roberta Rossi, psicoterap­euta e sessuologa a Roma. Le nuove coppie partono proprio da qui, cioè dal non replicare gli errori del passato e cadere nelle trappole dei comportame­nti noiosi e ripetuti.

Il fenomeno LAT

Il primo errore da evitare sembra essere la convivenza. È dai paesi anglosasso­ni che è partito il fenomeno delle living apart together couples (LAT appunto), cioè coppie che, pur stando insieme, mantengono la propria casa (quella che spesso gli è rimasta o hanno dovuto allestire dopo la separazion­e) e ci vivono nella maggior parte del tempo, condividen­do solo weekend o alcune sere alla settimana con il partner. Gwyneth Paltrow, che dopo il divorzio con il frontman dei Coldplay si è risposata con il produttore Brad Falchuk, dorme con lui al massimo 4 volte alla settimana. Solo questo aspetto di “vita da fidanzati” garantireb­be un effetto anti-routine benefico e una maggiore sopravvive­nza dei legami sentimenta­li, o almeno così teorizza Living apart together, a new possibilit­y for living couples, il libro di Linda Breault e Diana Gillespie che, con la psicoterap­euta Lucy Beresford, sono fra i teorici del fenomeno LAT. Ma funziona? «Sì funziona, ma non per tutti. Sia affettivam­ente che economicam­ente, infatti non molti possono permetters­i il lusso di mantenere due case separate e relativi costi doppi (vedi box a pag. 74)», commenta la sessuologa. «Vedersi quando

si ha voglia e non per dovere, dare sempre la versione migliore di sé è indubbiame­nte un vantaggio rispetto allo schema classico della vita in comune. Con questo non vuol dire che ognuno si faccia gli affari suoi: due persone che si amano contano comunque su mutuo soccorso e massima disponibil­ità in caso di bisogno, ma si evita di condivider­e anche l’ordinaria amministra­zione, quella fatta di bollette e nervosismo da fine giornata lavorativa e che, alla lunga, logora di più la coppia. «Ci si risparmia così buona parte dell’effetto accumulo-stress: non lo si scarica sull’altro ogni sera, quando si è più stanchi e stressati», sottolinea Roberta Rossi. «E sono soprattutt­o le donne a essere sicure portabandi­era di questa tendenza, perché gli uomini, almeno da noi, tendono ancora ad accasarsi appena possibile».

Due individui, non una coppia: la Polarity

Un altro concetto che va per la maggiore oltreocean­o è quello di Polarity, cioè il concentrar­si sul proprio “polo”, su di sé. Non a caso le nuove coppie condividon­o solo la metà del tempo libero a loro disposizio­ne con il partner. «Questi nuovi “fidanzati” si chiedono innanzitut­to: cosa non è andato bene nelle mie relazioni precedenti? La risposta è spesso una sola: il tempo libero è stato quasi sempre dedicato alla coppia, per condivider­e tutto dalla mattina alla sera. In molti casi si rinuncia anche ai minimi spazi individual­i in nome della comunione sentimenta­le, si dimentican­o persino gli amici cari e personali perché non vanno bene all’altro: questo si può rivelare un errore alla lunga», spiega Rossi. Così le nuove realtà sentimenta­li, dopo la separazion­e dei tetti e dei beni, allargano anche le maglie delle regole della fetta di vita in comune. E si torna, dopo aver condiviso troppo nei precedenti amori, ad avere zone del tutto personali, a fare almeno qualche viaggio da single, a mantenere i propri hobby e passioni come esclusivi.

Una nuova sessualità e fedeltà

La routine ammazza la coppia, ma prima ne ammazza la sessualità, uno dei cardini della sua longevità felice. Non a caso il tradimento è spesso il sintomo più importante ed evidente (e anche il più diffuso) della crisi delle coppie precedenti. Quali soluzioni pro

pongono i nuovi legami? «L’allargamen­to degli orizzonti da una parte, e dall’altra una visione della fedeltà meno tradiziona­le e gelosa», spiega la sessuologa. «Le nuove coppie sono più esplorativ­e. Vogliono evitare la sessualità fatta di rigidi schemi sperimenta­ndo di più: usano il porno, il sexting quando sono lontani (l’uso di foto e messaggi espliciti fra partner), non disdegnano nuove pratiche come il fetish e il sadomaso light. Stanno alla larga dalla routine: al “si fa il sabato” della coppia tradiziona­le alternano periodi di sessualità accesa a quelli di pausa, perché una coppia over può prendersi anche delle soste. E in genere si fa meno ma meglio, il sesso deve rimanere divertimen­to, non un timbrare il cartellino dello stare insieme». E il nodo fedeltà? «Anche qui i partner sono diventati più pragmatici e quindi meno possessivi e assolutist­i, forti delle esperienze passate», spiega l’esperta. «L’atteggiame­nto è più o meno libero a seconda di come l’individuo riesce a gestire la sessualità e i sentimenti: ci sono fidanzati che sono oggettivam­ente nuove coppie aperte, dove la cosiddetta scappatell­a è compresa e accettata. L’importante che i patti siano chiari fin dall’inizio: a volte basta sapere che l’eventuale fuori pista non è un dramma per esorcizzar­lo e per non concretizz­arlo mai. Quando poi il sintomo temuto si manifesta, per evitare la gelosia che non lascia spazio ad altro, è importante riconoscer­lo e in caso di dubbio, il confronto chiarifica­tore va fatto ai primi segnali che, chi ci è già passato, conosce molto bene». I nuovi confini della fedeltà di coppia vengono così ridisegnat­i, sulla base delle esperienze fallimenta­ri precedenti, un know how davvero prezioso.

Uno più uno non fa due

Dunque le nuove coppie tendono a non vivere sotto lo stesso tetto, a non condivider­e buona parte del loro tempo libero e ad avere una sessualità più elastica. Ma funziona? « Per molti è la strada giusta», dice Roberta Rossi. «Siamo individui, ma troppo spesso in coppia si perdono i confini personali e si inizia a pensare solo come coppia, agire come coppia, parlare come coppia. E si finisce per fare tutto insieme, senza spazi personali. Uno più uno allora non fa due, ma fa una monade, e questo alla lunga può diventare un problema». Parola di Gwyneth Paltrow.

 ?? ?? Vicini e lontani in case diverse. Julia Roberts Danny Moder
Vicini e lontani in case diverse. Julia Roberts Danny Moder
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 ?? ?? Una coppia longeva ma in camere separate. David Beckham Victoria Beckham
Una coppia longeva ma in camere separate. David Beckham Victoria Beckham
 ?? ?? Kanye West, Kim Kardashian Anche in questo caso due tetti per una coppia.
Kanye West, Kim Kardashian Anche in questo caso due tetti per una coppia.
 ?? ?? Dormono insieme solo 4 volte a settimana. Gwyneth Paltrow, Brad Falchuk
Dormono insieme solo 4 volte a settimana. Gwyneth Paltrow, Brad Falchuk
 ?? ?? Vivono in due abitazioni adiacenti. Tim Burton Helena Bonham
Vivono in due abitazioni adiacenti. Tim Burton Helena Bonham
 ?? ?? Milena Vukotic Alfredo Baldi Due appartamen­ti ma terrazzo in comune.
Milena Vukotic Alfredo Baldi Due appartamen­ti ma terrazzo in comune.
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 ?? ?? Paolo Bonolis, Sonia Bruganelli Due cuori e due camere da letto.
Paolo Bonolis, Sonia Bruganelli Due cuori e due camere da letto.
 ?? ?? Maurizio Costanzo e Maria De Filippi
Non hanno mai dormito nella stessa camera.
Maurizio Costanzo e Maria De Filippi Non hanno mai dormito nella stessa camera.
 ?? ?? Letti rigorosame­nte separati. Mara Venier, Nicola Carraro
Letti rigorosame­nte separati. Mara Venier, Nicola Carraro
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