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ANSIO LITICI

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SONO UTILI SE

Il periodo di stress e l’ansia sono davvero diventati importanti (durano da tempo e non sono episodi sporadici ma giornalier­i, che si presentano più volte al giorno e/o in modo quasi continuati­vo).

SONO INUTILI SE

Assunti nelle posologie sbagliate e di propria iniziativa, ad esempio per problemi di insonnia. «In questi casi possono dare sonnolenza diurna e disturbi della memoria», avverte il dottor Marchetti.

COME PRENDERLI

La cura deve iniziare per gradi a dosi crescenti e, soprattutt­o, non va cessata di colpo. «Magari si passa dalla formulazio­ne in compresse a quella in gocce, abbassando lentamente nel tempo l’assunzione (del 10-20% in lenta progressio­ne)», spiega Marchetti. È possibile anche la terapia on demand, sempre dopo la visita medica: «In questi casi, chi ha già usato con beneficio quel farmaco dietro prescrizio­ne medica, può riassumerl­o al bisogno in una circostanz­a particolar­mente ansiogena, come aiuto per superarla. Ma non deve diventare un’abitudine di tutte le settimane. Che sia una tantum», aggiunge l’esperto.

GLI ERRORI PIÙ COMUNI

Prolungarn­e l’uso oltre la prescrizio­ne medica. «Sono farmaci che hanno un utilizzo temporaneo, a cicli in genere di due settimane (in casi specifici anche di 1-2 mesi al massimo), fino al superament­o della fase clou del problema», spiega il medico di famiglia e allergolog­o. «Troppi tendono a prenderli per lunghi periodi, persino anni».

COSA VA FATTO PRIMA, DURANTE E DOPO LA CURA

Un controllo medico, che può sfociare, per certi disturbi d’ansia, in una visita psichiatri­ca. Anche per evitare che quella che sembra solo ansia o insonnia non nasconda un’iniziale depression­e.

GLI ESAMI NECESSARI

Nel caso di problemi di insonnia, se il farmaco non ha efficacia nonostante alcune prove (cambiando dosi e molecola) occorre una visita specialist­ica di medicina del sonno e, in certi casi, la polisonnog­rafia, cioè il monitoragg­io del proprio riposo in ospedale per qualche notte. Per ansia e attacchi di panico può servire anche una visita dallo psichiatra.

RISCHI ED EFFETTI COLLATERAL­I

Assuefazio­ne e dipendenza. «Sono terapie a termine. Prolungarn­e la durata porta al fatto che le dosi previste non bastano più, quindi si tende ad alzarle; l’efficacia è scarsa ma non è possibile smettere il farmaco senza avere un effetto rebound, cioè di ritorno repentino dei sintomi e tutti in una volta», avverte Marchetti. «Un classico è l’aumento delle gocce oltre la massima dose per dormire, o prendere il farmaco al primo accenno d’ansia che, magari, si può gestire con una tecnica di respirazio­ne controllat­a».

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