L’UOMO DI FIDUCIA DI CARLO
traverso loro uomini di fiducia, tra cui il conte di Santisteban, maggiordomo maggiore e già precettore di Carlo, per alcuni anni unico rappresentante riconosciuto dalla corte cattolica. Nel Consiglio di Stato erano il segretario e ministro degli esteri José Joaquín de Montealegre, il ministro della giustizia Bernardo Tanucci, il ministro delle finanze Giovanni Brancaccio e quello degli affari ecclesiastici Gaetano Brancone.
Il periodo in cui il giovane re del nuovo regno fu“sotto tutela”e controllato in ogni suo movimento dal Santisteban, che più che come primo ministro agiva come un reggente, rappresentò un momento di assestamento del Regno, di riordinamento istituzionale, di azione sulle magistrature centrali e periferiche e di riforma delle segreterie, tutto sotto l’egida delle scelte madrilene. Nel 1835 fu istituita la Real Camera di Santa Chiara, organo con funzioni giurisdizionali, e l’anno seguente fu varata la riforma dell’Università degli Studi, con sede fuori la porta di Costantino- Bernardo Tanucci, esperto statista, seguì Carlo a Napoli. Qui il sovrano, dopo averlo nominato Primo Consigliere, gli conferì anche la carica di Primo Ministro del regno. poli e l’istituzione di nuove discipline quali botanica, chimica, astronomia, meccanica, nautica e, solo anni dopo, una cattedra di economia politica assegnata ad Antonio Genovesi. Furono fondate scuole per la produzione di manifatture artistiche, come la Real Fabbrica degli Arazzi e il Real Laboratorio delle Pietre dure e, con l’idea di fare di Napoli una grande capitale europea, nel 1737 Carlo avviò la risistemazione del Palazzo Reale e la costruzione dell’adiacente Teatro San Carlo.
Per il sovrano, però, l’anno importante fu il 1738, quando il trattato di Vienna pose fine alla guerra di successione polacca e gli riconobbe il legittimo possesso dei Regni di Napoli e Sicilia e dello Stato dei Presidi (Maremma toscana), in cambio del ducato di Parma e Piacenza, ceduto all’Austria. Inoltre, il matrimonio con Maria Amalia di Sassonia, figlia del nuovo re di Polonia Augusto III, gli offrì la possibilità di liberarsi della tutela del Santisteban, fatto richiamare in Spagna e sostituito dal sivigliano Montealegre, e anche di allentare i vincoli con sua