LA PACE DEGLI EREDI D’EUROPA
Le Guerre d’Italia cessarono con la firma del trattato di Cateau-Cambrésis del 1559, siglato da Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna, figli rispettivamente di Francesco I e Carlo V, protagonisti della guerra. mo barone della Cristianità” e Francesco di Borbone, conte di Saint-Pol, vennero catturati.
Nelle ore e nei giorni seguenti, i vivi e i morti vennero messi sul mercato. Mentre i prigionieri trattavano direttamente il loro rilascio, i morti, come ha scritto lo storico Dante Zanetti, «erano allineati per terra, così come erano stati trovati sul campo di battaglia, e lanzi tedeschi, cuchilleros spagnoli, fucilieri italiani esponevano le tariffe ad alta voce, mentre segretari, scudieri, valletti, amici e parenti dei illustri caduti arrivavano da ogni parte a mercanteggiare il rilascio».
Naturalmente la preda più preziosa era il re di Francia, catturato nel pieno della battaglia. In questo caso il riscatto non poteva essere solo pecuniario, ma anche, e soprattutto, politico. Dopo un breve periodo di detenzione nella vicina fortezza di Pizzighettone, Francesco venne inviato in Spagna, dove, nel gennaio del 1526, dovette dare il suo assenso alla firma del Trattato di Madrid che prevedeva la cessione della Borgogna a Carlo V e la rinuncia a ogni pretesa su Napoli e Milano. È probabile che l’imperatore non si facesse molte illusioni sul fatto che il re di Francia avrebbe mantenuto fede ai patti. E infatti, quando nel marzo 1526 Francesco fece ritorno nel suo regno (lasciando i due figli come ostaggi), non ratificò il trattato. Il duello tra Francia e Spagna, o meglio fra Valois e Asburgo, per il predominio in Italia e in Europa, sarebbe quindi continuato fino alla Pace di Cateau-Cambrésis.
La sanguinosa battaglia di Pavia non mise fine al conflitto (Pavia venne saccheggiata proprio dai francesi due anni più tardi), ma da quel momento i francesi non riuscirono mai più a riconquistare Milano.