Storica National Geographic

LA SPOSA MANCATA

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barricate fatte con i carri. Teodorico I, re dei visigoti, rimase ucciso mentre guidava i suoi uomini all’assalto dei nemici in rotta. Ma il sopraggiun­gere della notte impedì ai romani di continuare ad attaccare gli unni.

Dal racconto di Giordane si evince che la fase finale della battaglia, mentre calavano le tenebre e gli uomini di Attila si ritiravano, fu abbastanza confusa: Torismundo, il principe ereditario visigoto, si avvicinò per errore all’accampamen­to unno e fu ferito alla testa, mentre lo stesso Ezio dovette passare la notte rifugiato tra gli alleati visigoti.

Sebbene le fonti riportino un numero elevatissi­mo di morti in battaglia, gli eserciti non furono annientati e la battaglia sarebbe potuta proseguire il giorno seguente. Attila, però, dopo qualche giorno di attesa nel proprio accampamen­to, iniziò la ritirata.

L’anno successivo, il 452, Attila tornò alla carica, puntando però all’Italia settentrio­nale: ma anche in questo caso l’abilità di Ezio con azioni di disturbo e la minaccia di interventi militari da parte di Costantino­poli costrin-

Figlia del futuro imperatore Costanzo III e di Galla Placidia, Onoria era la sorella maggiore dell’imperatore Valentinia­no III, che salì al trono nel 425. Fu obbligata dal fratello a non sposarsi, ma nel 449 ebbe una relazione con un uomo di basso rango, Eugenio, che venne ucciso, mentre Onoria fu poi obbligata a fidanzarsi con il senatore Flavio Basso Ercolano. Nel 450 Onoria aveva inviato ad Attila una richiesta d’aiuto, insieme al proprio anello, per sottrarsi a questo matrimonio. Attila interpretò il messaggio come una proposta di matrimonio ed accettò pretendend­o in dote metà dell’Impero d’Occidente. Quando Valentinia­no scoprì l’intrigo, mandò in esilio Onoria a Costantino­poli e fece sapere ad Attila che la proposta della sorella non era affatto legittima. Il re degli unni inviò un’ambasciata a Ravenna per affermare, invece, che la proposta era valida dal punto di vista legale, usandola come pretesto per giustifica­re l’attacco alla Gallia nel 451 e poi per scendere in Italia. sero Attila a recedere. I suoi figli, avversari tra loro, non furono in grado di mantenere unito l’impero, e il pericolo unno svanì bruscament­e come era apparso.

Ezio morì nel 454. Commise l’errore di cercare di imparentar­si con la famiglia imperiale senza rendersi conto che, senza la più la minaccia degli unni, aveva perduto gran parte del potere. Fu ucciso dall’imperatore d’Occidente Valentinia­no III, il quale, a sua volta, cadde sotto le armi di due ex soldati del generale romano che gli erano rimasti fedeli. Senza colui che era stato il suo più strenuo difensore, capace di tenere insieme le complesse relazioni con i popoli di diversa estrazione, l’Impero d’Occidente andò alla rovina. Nel volgere di una ventina d’anni, sarebbe scomparso.

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