UNA RICERCA LUNGA DUE SECOLI
Dalla fine del XVIII secolo, numerosi esploratori e archeologi hanno cercato di localizzare qualche resto del mitico mausoleo di Alessandro Magno basandosi su tradizioni e leggende rimaste vive dopo la conquista araba di Alessandria. La ricerca si è conce
1800 Moschea el-Attarin.
Nel cortile interno di questa antica moschea di Alessandria, che la gente del posto chiamava «la tomba di Alessandro», i membri della spedizione napoleonica del 1798 trovarono un enorme sarcofago in granito. I britannici se ne impossessarono e nel 1801 lo inviarono al British Museum, a Londra, dove lo studio dei geroglifici permise di scoprire che appartenne al faraone Nectanebo II. Secondo alcuni ricercatori in questo sarcofago riposò il corpo di Alessandro quando fu trasferito da Menfi, prima di essere portato nella sepoltura definitiva nel Soma.
1850 Moschea di Nabi Daniel.
Nel 1823, Mohamed Ali costruì, accanto alla deteriorata moschea el-Attarin, una moschea dedicata al profeta Daniele, nel luogo che dall’XI secolo era conosciuto come «la collina del corpo». Nel 1850, un impiegato del consolato russo in Egitto percorse parte del complicato labirinto di tunnel che corre sotto la moschea e uscendo disse di aver visto un sarcofago di cristallo nel quale giaceva un corpo umano con un diadema sul capo. Poco dopo, anche Ambroise Schilizzi, guida locale, assicurò di aver visto sotto la moschea il feretro in cui riposava Alessandro.
1960 Kom el-Dikka.
Non lontano dalla moschea di Daniele si trova la necropoli greco-romana di Kom el-Dikka, dove sorgeva una chiesa detta Chiesa di Alessandro. Alla fine del XIX secolo si eseguirono alcune prospezioni, ma il governo egizio era restio a consentire gli scavi perché vi erano sepolti alcuni membri della famiglia reale. Verso il 1960, una spedizione polacca portò alla luce i resti di un odeon, terme romane, cisterne e un quartiere residenziale, ma non trovò nessuna traccia della tomba di Alessandro.