IL SIGILLO DI SIENA
La Repubblica di Siena, nata nel 1125, fu uno Stato indipendente che riuscì a imporsi come uno dei principali centri finanziari del continente. Sigillo di Girolamo Macchi, risalente al 1247. to che Siena sarebbe diventata una pericolosa base per le trame dei fuoriusciti fiorentini ostili ai Medici. La controffensiva imperiale venne organizzata dal viceré di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo, che di Cosimo I era anche suocero. Questo primo tentativo tuttavia fallì grazie all’eroica resistenza del piccolo centro di Monticchiello – in val d’Orcia – e di Montalcino, nella primavera del 1553.
A gennaio dell’anno seguente fecero la loro comparsa sulla scena quelli che sarebbero stati i due principali protagonisti della fase successiva, e più drammatica della guerra: Piero Strozzi e Gian Giacomo de’ Medici, marchese di Marignano.
Il primo, un fuoriuscito fiorentino, era il più acerrimo nemico di Cosimo e prese il posto del cardinale d’Este come rappresentante del re di Francia assumendo il comando delle forze senesi. Il secondo, che nonostante il cognome non era un esponente della famiglia dei signori di Firenze, si presentò invece alla fine di gennaio davanti alle mura di Siena alla testa dell’esercito imperiale e fiorentino. L’assedio era cominciato. Il Medici tuttavia non disponeva di forze sufficienti per imporre un vero blocco alla città. In giugno Piero Strozzi fu perfino in grado di prendere l’iniziativa e invadere lo Stato fiorentino.
Lo scopo era quello di ricongiungersi con le truppe di rinforzo che il re di Francia aveva promesso di inviare, ma la speranza dello Strozzi era anche quella di provocare a Firenze un’insurrezione contro Cosimo. Nessuno dei due obiettivi venne però raggiunto e Piero Strozzi dovette far ritorno a Siena dove, all’inizio di luglio, giunse un altro inviato di Enrico II, il generale guascone Blaise de Monluc.
La battaglia di Marciano
La situazione nella città si stava nel frattempo aggravando. Le truppe del marchese di Marignano, cresciute di numero, stavano infatti stringendo la morsa, rendendo sempre più difficile far entrare a Siena i rifornimenti necessari. Per alleggerire la pressione, in luglio lo Strozzi decise quindi di compiere un’altra sortita in forze, dirigendosi questa volta verso la Val di Chiana con il grosso dell’esercito: circa