Storica National Geographic

Come diventare ricchi a Roma

Nel I secolo a.C., alcuni romani accumularo­no enormi fortune con l’usura, l’attività immobiliar­e e il governo delle province

- DI J. J. FERRER MAESTRO

I bottini di guerra, la speculazio­ne immobiliar­e e l’usura sono all’origine delle grandi fortune della Repubblica e dell’Impero.

In qualsiasi epoca, diventare milionario è un destino riservato a una piccola minoranza dotata di attitudini singolari e con pochi scrupoli. Roma non fece eccezione. Anzi, divenne addirittur­a il modello di coloro che in epoche successive hanno inseguito questo destino nella nostra civiltà occidental­e. Le strade per diventare ricchi nell’antica Roma erano diverse. Senza dubbio, la più rapida era la guerra, che poteva far ottenere bottini molto ingenti ai generali vittoriosi. Non meno proficuo era otte- nere il governo di una provincia conquistat­a, che un proconsole o un propretore potevano sfruttare in maniera arbitraria per accrescere la loro fortuna personale. Vi fu anche chi divenne immensamen­te ricco mediante l’accaparram­ento di proprietà agrarie, con i commerci e gli affari derivati dai grandi contratti con lo Stato o, per finire, come banchiere o prestasold­i a usura.

Tra saccheggi, abusi di autorità, prevaricaz­ioni e usura, molti romani si arricchiro­no a piene mani. Alcuni, semplici furfanti, non seppero amministra­re il patrimonio e finirono per perdere

capitale e dignità, ma i più astuti riuscirono a far aumentare proprietà e fortuna con il prestito di denaro, gli investimen­ti immobiliar­i e l’incremento di residenze e latifondi.

Crasso il Ricco

Verso la fine della Repubblica, nel I secolo a.C., vi furono numerosi casi di rapido arricchime­nto personale. Non per nulla, agli occhi di molti contempora­nei, quella fu un’epoca dominata da una passione irrefrenab­ile per il denaro, come riconobbe lo storico Tito Livio: «Da qualche tempo la ricchezza ha introdotto l’avarizia. E piaceri sempre più sfrenati hanno generato la smania di rovinarsi e di sperperare ogni cosa nel lusso e nella libidine».

L’uomo più ricco di Roma in quegli anni era Marco Licinio Crasso (115-53 a.C.), soprannomi­nato «il ricco» (Dives). Secondo Plutarco, il suo patrimonio, che all’inizio della sua carriera era di 300 talenti, aveva raggiunto i 7100 prima della morte, mentre per Plinio possedeva terre per un valore di 200 milioni di sesterzi. Crasso era convinto che nessuno si potesse considerar­e milionario se non era in grado di mantenere un esercito. Se teniamo conto che il mantenimen­to di un paio di legioni consolari costava circa 2,5 milioni di sesterzi

 ?? BRIDGEMAN / ACI ?? UN BANCHETTO ROMANO Nell’antica Roma, un modo assai diffuso per ostentare la propria ricchezza era organizzar­e splendidi banchetti nei quali venivano serviti i piatti più raffinati e costosi. Dipinto di Roberto Bompiani. XIX secolo. Getty Museum, Los...
BRIDGEMAN / ACI UN BANCHETTO ROMANO Nell’antica Roma, un modo assai diffuso per ostentare la propria ricchezza era organizzar­e splendidi banchetti nei quali venivano serviti i piatti più raffinati e costosi. Dipinto di Roberto Bompiani. XIX secolo. Getty Museum, Los...
 ??  ?? Oltre a essere il luogo di residenza degli imperatori, il colle Palatino era un quartiere esclusivo di alto livello, dove i personaggi ricchi e famosi fecero costruire le loro lussuose case.
JANE SWEENEY / GETTY IMAGES
IL PALATINO
Oltre a essere il luogo di residenza degli imperatori, il colle Palatino era un quartiere esclusivo di alto livello, dove i personaggi ricchi e famosi fecero costruire le loro lussuose case. JANE SWEENEY / GETTY IMAGES IL PALATINO

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