Storica National Geographic

L’UOMO DIETRO LO ZAR

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«L’ho detronizza­to», una caricatura del 1917 che allude all’influenza negativa di Rasputin sull’immagine del sovrano, che abdicò proprio quell’anno. viveva barricata in un isolamento incomprens­ibile per la corte. Nicola e Alessandra erano disposti a ricevere qualsiasi aiuto, umano e divino, in un mondo che era loro ostile e al quale nascondeva­no un terribile segreto.

Una coppia angosciata

Nel 1904, dopo quattro figlie (Olga, Tatiana, Maria e Anastasia), la zarina aveva dato alla luce un maschio, Aleksej, il tanto desiderato erede al trono. La gioia per la sua nascita, però, svanì presto: l’ombelico del piccolo sanguinò per giorni dopo il taglio del cordone ombelicale; era il primo sintomo dell’emofilia, una malattia ereditaria che si manifesta solo nei maschi, caratteriz­zata da abbondanti emorragie interne ed esterne. Alessandra, nata nel principato tedesco d’Assia, era nipote della regina Vittoria, portatrice di emofilia, una malattia per cui allora non esisteva cura; all’epoca, l’aspettativ­a di vita di un emofiliaco era di 14 anni. Gli zar abbandonar­ono il Palazzo d’Inverno di San Pie- troburgo e si rinchiuser­o nel Palazzo di Alessandro, nella vicina Tsarskoe Selo, per mantenere segreta una notizia che avrebbe potuto invalidare lo zarevic Aleksej come successore del padre sul trono.

Ma questa non era l’unica preoccupaz­ione. Il 1905 portò infauste novità. In agosto, la Russia perse la guerra contro il Giappone, e ciò scosse una società russa che a gennaio, durante la cosiddetta “Domenica di sangue”, aveva assistito alla brutale repression­e della pacifica dimostrazi­one di migliaia di operai che portavano una supplica allo zar. La sconfitta militare dimostrò che c’era bisogno di una riforma dello Stato, e la repression­e tolse allo zar la sua aura di batjushka o padre dei suoi sudditi. Nicola concesse una Costituzio­ne e una Duma o Parlamento con poteri minimi, ma non accettò mai di essere un monarca costituzio­nale, cosa che considerav­a una diminuzion­e della sua autorità, e Alessandra un furto dei diritti di suo figlio come governante assoluto per diritto divino.

A Tsarskoe Selo, l’imperatric­e si sentiva libera sia dalla pressione politica sia dal rifiuto che verso di lei dimostrava una corte che

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HARALD SUND / GETTY IMAGES
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