Münchhausen: il gran bugiardo del XVIII secolo
La figura storica di questo nobile militare tedesco è stata eclissata da quella del suo alter ego fittizio, che è diventato uno dei personaggi più conosciuti della letteratura
Il barone di Münchhausen fu una persona in carne e ossa. Tuttavia non volò su una palla di cannone, né ballò nella pancia di una balena né tantomeno viaggiò sulla Luna e ne conobbe gli abitanti come narrano le sue storie. Il fatto che al giorno d’oggi la sua figura storica si sia praticamente dimenticata si deve al suo alter ego letterario. La pubblicazione nel 1786 del libro Le avventure del barone di Münchhausen, scritto dal poeta Gottfried August Bürger trasformò un noto e nobile militare in uno stravagante personaggio letterario e in un bugiardo compulsivo.
Carl Friedrich Freiherr (barone) von Münchhausen nacque nel 1720 a Bodenwerder, un’accogliente località del centro della Germania, nello stato di Hannover. Secondo i costumi della nobiltà, a 13 anni prese a servire nel corpo dei corazzieri del principe Anton Ulrich von Braunschweig. Grazie alla sua buona condotta fu promosso a trombettiere e, poco tempo dopo, a tenente. I legami familiari di Anton Ulrich – sposato con una nipote della zarina Anna – permisero al barone di parteci
pare alle guerre che l’impero russo manteneva a quel tempo con la Turchia. Si arruolò agli ordini del principe e fu trasferito a Riga, da dove prese parte alle campagne del 1740 e 1741.
Guerre in Oriente
Secondo i documenti militari che si sono conservati, il barone si comportò in modo coraggioso al punto che, quando il principe di Braunschweig fu imprigionato nel 1741, lui continuò a far parte del reggimento dell’esercito russo. Ottenne talmente tanto successo che l’imperatrice Elisabetta lo promosse a capitano per il suo coraggio e per le prestazioni rese grazie alle sue competenze in altri campi: infatti sapeva leggere e scrivere, una cosa non molto abituale tra i nobili dell’epoca.
Nel 1744, Münchhausen sposò la figlia di un nobile proprietario terriero lettone e nel 1750 rientrò insieme a lei nelle sue terre di Bodenwerder, dove risiedette fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1794, quattro anni dopo la morte di sua moglie, si risposò ma divorziò subito dopo a causa delle infedeltà della sposa. Questo episodio torbido, avvenuto proprio negli ultimi anni della sua vita, gli fece perdere la quasi totalità della sua fortuna a causa dei numerosi
Münchhausen si offese per essere stato trasformato in un affabulatore e un gradasso
processi che fu costretto a sostenere. Nel 1797, il barone di Münchhausen moriva nella stessa casa che l’aveva visto nascere quasi ottant’anni prima.
Il salto verso la fama
Non si conosce molto altro della sua biografia. Appassionato della caccia alle anatre e amante dei suoi cavalli, condusse la tipica vita di un nobile rurale dell’epoca e fu molto apprezzato per la sua integrità negli affari. Fu senza dubbio la sua passione per la caccia a spingerlo a organizzare nei suoi possedimenti numerosi ricevimenti, nei cui interminabili dopocena i presenti ascoltavano stupefatti le avventure straordinarie che lui raccontava d’aver vissuto. Questa pratica rievocava ciò che facevano molti militari dell’epoca per premiare le proprie prodezze di fronte a conoscenti e familiari. La differenza era che nel caso del barone, a causa del suo ingegno e delle sue intense abilità oratorie, la sua reputazione si estese per tutta la regione di Hannover. L’affabilità e la simpatia con cui raccontava i propri aneddoti fecero sì che quelle storie divertenti si diffondessero al di là della sua cer- chia e diventassero rinomate oltre le frontiere tedesche. Infatti, i suoi racconti divennero un’opera letteraria lontano dalle sue terre e in una lingua che non era la sua.
Diciassette delle storie che gli son state attribuite furono pubblicate a Londra, tra il 1781 e il 1783, in forma anonima con il titolo di Baron Münchhausen’s Narrative of his Marvellous Travels and Campaigns in Russia. Più tardi si scoprì che l’autore era un connazionale del barone, Rudolf Erich Raspe, nato a Hannover e che aveva lavorato come responsabile delle col-
lezioni del Museo di Storia Antica del principe Federico II nella vicina città di Kassel. Sommerso dai debiti, Raspe aveva venduto alcune opere del museo; dopo esser stato scoperto fuggì dapprima in Olanda e poi in Inghilterra. E’ probabile che Raspe conoscesse la fama del barone solo per sentito dire,
anche se non si può escludere che avesse partecipato a qualcuna delle sue celebri serate. Il successo di questo fantastico personaggio tedesco in Gran Bretagna fu tale che nel corso dei due anni successivi comparvero quattro edizioni migliorate. Quando venne a conoscenza della pubblicazione, Münchhausen si sentì profondamente offeso, perché in quei racconti veniva descritto come un bugiardo patologico. Quest’elemento ha fatto ipotizzare che Raspe probabilmente fosse un camerata del barone che aveva voluto vendicarsi di lui per qualche motivo screditandolo.
Un personaggio da romanzo
Si ipotizza che le storie del barone siano arrivate in Germania nel 1786 grazie a una traduzione attribuita allo stesso Raspe. Quello stesso anno, Gottfried August Bürger pubblicava la sua versione che, grazie alla sua qualità letteraria, diffuse universalmente il nome del barone bugiardo. Bürger affermò che in realtà lui aveva soltanto apportato aggiunte e modifiche al testo della traduzione; questo ha fatto ipotizzare a molti critici che la versione tedesca fosse effettivamente sua e non di Raspe, sebbene in copertina apparisse Londra come luogo di edizione.
Oggigiorno risulta impossibile confermarlo poiché non è stato conservato nessun originale di questa presunta traduzione. Certamente i migliori racconti provengono dalla penna di Bürger: la cavalcata sulla palla di cannone o la storia di come uscì dalla palude in cui era caduto tirandosi su grazie alla propia coda dei capelli, per esempio. Oppure le storie che hanno a che vedere con l’arruolamento del suo singolare esercito: un uomo dotato di un udito straordinario, un forzuto, uno che correva così veloce che, per camminare normalmente, aveva bisogno di catene e un altro che vedeva quasi fino all’infinito sono solo alcuni dei moltissimi individui dotati di straordinarie caratteristiche. Questo testo è frutto di influenze che vanno da Le Mille e Una Notte alle leggende delle diverse regioni d’Europa fino alle raccolte di racconti tedeschi e ad autori come Cervantes.
Le storie che sono giunte fino ai giorni nostri come avventure narrate dallo stesso Münchhausen non sono altro che una parte dell’immenso tesoro di aneddoti popolari, tramandati oralmente da tempo immemorabile e che l’erudito barone seppe adattare alla sua persona per intrattenere i suoi ascoltatori.
Sindrome clinica
La reputazione del barone bugiardo non ha fatto altro che aumentare con il passare del tempo. Dal momento della loro pubblicazione le avventure di Münchhausen non hanno smesso di subire edizioni e rivisitazioni e sono state protagoniste di numerosi adattamenti per il cinema e il teatro.
Dato che in molte occasioni è stata considerata un libro per bambini, l’opera originale è stata modificata, allungando o riducendo le storie ed eliminando le allusioni alla Chiesa e a qualsiasi tipo di vizio. Il cambiamento è stato tale che Münchhausen ha smesso i panni del personaggio spiritoso bugiardo per vestire quelli del povero pazzo.
Tuttavia la fama del barone imbroglione non si limita all’ambito artistico. La sua personalità ispirò infatti nel 1951 il medico britannico Richard Asher, che soprannominò “sindrome di Münchhausen” il disturbo che induce certi individui a immaginare patologie delle quali in realtà non sono affetti. Questo fatto fu molto criticato da alcuni suoi colleghi, che non videro di buon occhio che si attribuisse a una sindrome il nome di un personaggio come il Münchhausen letterario. In tal modo, sostenevano, non veniva fatta nessuna giustizia alla nobiltà e all’eroismo della figura storica che ispirò storie così divertenti.