ALLA SUA NASCITA,
il 5 settembre del 1636, il popolo gli aveva affibbiato il nomignolo di Dieudonné (Diodato). Un’allusione, forse, allo scarso affiatamento che regnava tra suo padre, Luigi XIII di Francia, e sua madre, Anna d’Austria, e dunque alla necessità di un “intervento divino” perché il futuro Re Sole venisse al mondo. Già a cinque anni Dieudonné dovette succedere al padre (morto nel 1643) con il nome di Luigi XIV. Gli affari del regno furono inizialmente gestiti dalla madre e dall’abruzzese cardinale Mazzarino, cui fu affidata anche l’educazione politica del rampollo. Compiuti ventidue anni il giovane assunse in pieno, e saldamente, le redini dello stato.
Il suo regno durerà più di settant’anni, figurando così tra i più longevi della storia. Luigi ama andare a cavallo, è un ottimo ballerino e un gran narratore. L’eleganza e lo stile di vita di cui è paladino diventano, ben presto, icone di riferimento per tutte le corti europee: nasce il mito del “Re Sole”. Chiunque voglia immergersi in quell’atmosfera di magnificenza e di potere assoluto può farlo visitando la straordinaria testimonianza materiale che il re ha lasciato in eredità: la Reggia di Versailles (vedi il servizio alle pagine 72-89). Ma furono proprio i costi della sua mania di grandezza e delle tante campagne militari a sfinire l’economia della Francia. Luigi muore il 1 settembre del 1715. Non trascorrono 80 anni che i rivoluzionari profanano la sua tomba nella basilica di Saint-Denis e disperdono i suoi resti mortali.