GOYA CURATO DAL DOTTOR ARRIETA
Goya non riuscì a evitare di cadere in disgrazia come pittore di camera del re, ruolo nel quale fu sostituito da pittori più giovani e affini al monarca, come Vicente López o José de Madrazo. In effetti, dal 1816 non ebbe più nessun incarico da parte del monarca, che probabilmente lo considerava ormai un anziano fuori dal suo tempo.
In quegli anni Goya, vedovo dal 1812, viveva nella sua casa di calle Valverde con il figlio Javier e la nuora Gumersinda. Il suo isolamento si accentuò con la perdita degli amici filofrancesi che, in maggioranza, erano andati in esilio nel sudovest della Francia, dove vivevano in condizioni deplorevoli: Bernardo de Iriarte morì a Bordeaux nel luglio del 1814, mentre Juan Meléndez Valdés sarebbe morto a Montpellier nel 1817. Solamente Leandro Fernández de Moratín, da Barcellona mantenne un assiduo legame con il pittore attraverso un amico comune, l’abate Juan Antonio Melón.
Nonostante tutte le disavventure, la capacità creativa di Goya in que- Goya fu assistito dal dottor Arrieta nel 1819, quando fu colpito da una grave malattia. Dopo la guarigione dedicò questo dipinto al suo amico. Minneapolis Institute of Art. gli anni rimase sorprendente. L’aragonese continuò a lavorare grazie a incarichi privati, ottenuti grazie alle sue vecchie amicizie, vedendosi ormai costretto ad accettare qualsiasi commissione pur di guadagnare qualcosa. In questo senso, il quadro Santa Justa y Santa Rufina, dipinto per la cattedrale di Siviglia nel 1817, è una prova molto interessante del suo dichiarato scetticismo religioso. Goya ottenne questo incarico grazie alla mediazione di un amico, lo storico Juan Agustín Ceán Bermúdez. Questi dovette insistere molto per convincerlo che il dipinto doveva essere improntato a quella devozione religiosa tanto disprezzata dall’autore. Così raccontava in una lettera indirizzata al collezionista Tomás de Veri: «Vossignoria ormai conoscerà Goya e saprà quanto mi è costato ispirargli certe idee così opposte al suo carattere. Gli ho dato per iscritto le istruzioni su come dipingere il quadro, gli ho fatto fare tre o quattro bozzetti e finalmente si sta delineando il quadro che spero risulterà di mio gradimento».