Storica National Geographic

Le statue sepolte del faraone Micerino

Nel 1908 George Reisner ritrovò otto triadi che rappresent­avano il faraone Micerino, la dea Hathor e varie province dell’Egitto

- — Carme Mayans

Nel 1902 si tenne un summit di egittologi­a sulla terrazza dell’hotel Mena House del Cairo. Era stato convocato da Gaston Maspero, direttore del Servizio reperti archeologi­ci d’Egitto, e tra gli invitati figuravano alcuni dei grandi archeologi del momento: il tedesco Ludwig Borchardt (che nel 1912 avrebbe scoperto il busto di Nefertiti) per conto dell’archeologo tedesco George Steindorff; l’italiano Ernesto Schiaparel­li (che nel 1904 avrebbe trovato la tomba di Nefertari) e lo statuniten­se George Andrew Reisner, noto come il“Flinders Petrie americano”per la precisione e la minuziosit­à dei suoi metodi

di lavoro. L’obiettivo della riunione era la ripartizio­ne delle zone di scavo nella piana di Giza. Ai tedeschi toccò il settore della Piramide di Chefren, seconda in grandezza dopo quella di Cheope, mentre agli italiani spettò una parte del cimitero situato a nord della stessa piramide.

Agli statuniten­si, invece, la sorte riservò tutto il complesso funerario del faraone Micerino, cui è dedicata la più piccola delle tre piramidi che sorgono a Giza.

Quattro anni più tardi, nel 1906, l’archeologo George Reisner iniziò a scavare nelle vicinanze del complesso funerario di Micerino alla guida di una spedizione organizzat­a dall’Università di Harvard.

Statue ovunque

La Piramide di Micerino era già stata esplorata nel 1837 dal britannico Richard Vyse. Reisner si dedicò pertanto a studiare altri elementi del complesso. Le sue ricerche diedero ben presto buoni frutti. Nei pressi del lato est della piramide Reisner individuò il tempio a monte – dove furono ritrovati dei frammenti di una colossale statua in alabastro del faraone seduto – e i resti della strada che collegava questo edificio con il tempio a valle (che non era ancora stato trovato), dove avevano avuto luogo i riti di purificazi­one della mummia del re. Rinvenne anche le cappelle funerarie delle tre piramidi satelliti appartenen­ti alle mogli di Micerino e qualche tomba di sacerdoti funerari incaricati del culto reale.

Nel luglio del 1908 Reisner, dopo aver effettuato

alcuni sondaggi, incentrò la sua attenzione sulla ricerca dei resti del tempio a valle. Si trattava di una costruzion­e in mattone crudo con fondamenta di calcare, che sembrava essere stata conclusa affrettata­mente, probabilme­nte a causa dell’inattesa morte del sovrano.

All’ingresso orientale c’era un vestibolo con quattro colonne, circondato da alcuni ambienti simili a magazzini, che conduceva a un ampio cortile. Da questo patio si accedeva alla sala delle offerte, che aveva sei colonne, e al santuario propriamen­te detto, accanto al quale si aprivano delle camere.

Fu qui che nel luglio del 1908 Reisner fece una scoperta sensaziona­le. Joseph Lindon Smith, disegnator­e della spedizione, narra la circostanz­a del ritrovamen­to: «Io stesso condivisi con Reisner l’emozionant­e momento dell’apertura di ciascuna di quelle sale strapiene di sculture. Due ritratti

in alabastro del re, quattro statue complete e la triade di grovacca (un tipo di pietra sedimentar­ia). Reisner riusciva a stento a contenere l’emozione…». Così, per lo stupore degli archeologi presenti, dalle rovine emersero alcuni magnifici gruppi scultorei: otto sculture in grovacca, ognuna delle quali era composta da tre personaggi, ossia il faraone, con la corona bianca dell’Alto Egitto; la dea Hathor, con il caratteris­tico copricapo a due corni e il disco solare, e la personific­azione di un nomo o provincia egizia.

Quattro di queste sculture, denominate triadi, erano frammentat­e e incomplete, mentre altre quattro erano concluse e in ottimo stato di conservazi­one. La loro funzione è incerta, anche se probabilme­nte aveva a che vedere sia con il culto che con la politica: un modo per indicare che Micerino regnava su tutto il Paese.

Capolavori

Quando Reisner era ormai convinto che il tempio a valle di Micerino non avesse più segreti per lui, l’8 gennaio del 1910 venne alla luce un altro gruppo scultoreo completo: si trattava di una rappresent­azione del faraone con il nemes, il coprica- po regale a forma di cuffia, in compagnia di una donna che lo cinge con un braccio, probabilme­nte la moglie, la regina Khamererne­bti II.

Purtroppo, l’artista che scolpì questa magnifica opera non vi incise sopra i nomi dei soggetti e non è quindi possibile affermare con certezza che si tratti della Grande sposa reale di Micerino, come generalmen­te ritenuto.

George Reisner ritrovò una grande quantità di materiale nel complesso funerario di Micerino. Secondo quanto prevedavan­o le leggi di ripartizio­ne dei ritrovamen­ti archeologi­ci in vigore all’epoca, Reisner portò con sé negli Stati Uniti una delle triadi complete e il gruppo di Micerino con sua moglie, oltre ad alcuni frammenti e alla statua colossale in alabastro del faraone provenient­e dal tempio funerario.

Il resto delle triadi complete, invece, rimase in Egitto. Questi ritrovamen­ti permisero a Reisner di ricostruir­e la tecnica scultorea egizia ai tempi della IV dinastia.

Secondo quanto affermò lui stesso, quell’incredibil­e scoperta ebbe un’importanza tale che «rese necessario rivedere la storia dell’arte egizia di quel periodo».

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 ??  ?? ALCUNE TRIADI di Micerino nel luogo originario di ritrovamen­to. Foto scattata nel 1908 durante gli scavi di Reisner nel tempio del faraone a valle, a Giza.
ALCUNE TRIADI di Micerino nel luogo originario di ritrovamen­to. Foto scattata nel 1908 durante gli scavi di Reisner nel tempio del faraone a valle, a Giza.
 ??  ?? La dea Hathor, sul trono, sostiene per la vita Micerino, che regge nella mano destra una mazza. Accanto alla dea, la rappresent­azione del nomo della Lepre, di dimensioni minori. Altezza: 84,5 centimetri. Museum of Fine Arts, Boston.
La dea Hathor, sul trono, sostiene per la vita Micerino, che regge nella mano destra una mazza. Accanto alla dea, la rappresent­azione del nomo della Lepre, di dimensioni minori. Altezza: 84,5 centimetri. Museum of Fine Arts, Boston.
 ??  ?? Micerino, al centro, ha in mano dei rotoli. Alla sua destra, Hathor, e a sinistra, con dimensioni estremamen­te ridotte, la personific­azione del nomo di Tebe. Altezza: 92 centimetri. Museo egizio, Il Cairo.
Micerino, al centro, ha in mano dei rotoli. Alla sua destra, Hathor, e a sinistra, con dimensioni estremamen­te ridotte, la personific­azione del nomo di Tebe. Altezza: 92 centimetri. Museo egizio, Il Cairo.
 ??  ?? Sulla destra del faraone, la dea Hathor, mentre sulla sinistra, la divinità del nomo, o provincia, di Cinopoli. Le mani delle dee sono visibili sulle braccia del re. Altezza: 96 centimetri. Museo egizio, Il Cairo.
Sulla destra del faraone, la dea Hathor, mentre sulla sinistra, la divinità del nomo, o provincia, di Cinopoli. Le mani delle dee sono visibili sulle braccia del re. Altezza: 96 centimetri. Museo egizio, Il Cairo.
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