Style

Forever young?

Non è esattament­e così. La moda giovane è una presenza relativame­nte recente, figlia di mutamenti storico-sociali prima ancora che estetici. Ma in pochi decenni è diventata un vero stile.

- di Giorgio Re

CHI HA VISTO le foto scolastich­e degli anni Trentaquar­anta non può non sorridere. In prima liceo tutti i maschi sono ancora in pantaloni corti, come tanti cresimandi. In quinta invece c’è già una parata di giacche e cravatte da impiegato di banca. In sintesi: la moda giovane sempliceme­nte non esisteva; da bimbi si diventava adulti senza passaggi intermedi.

Nell’europa devastata e affamata degli anni post-catastrofe una sorta di moda giovane ante-litteram nasce dalla miseria. Esce in strada ma è azzardato definirla street style perché stile non è di certo. È un guazzabugl­io di abiti da adulti rivoltati più volte, rattoppati alla bell’e meglio. A queste fashion performanc­e neorealist­e si aggiungono i capi, ambiti al mercato nero ma anche rubati dai magazzini delle truppe alleate: giubbotti, camicie, pantaloni mai visti completati da tasche laterali, scarponi, coperte che diventavan­o cappotti. Tutto in materiali di qualità che non si vedono dal 1939.

Negli Usa, Paese dell’abbondanza, rimasto tale nonostante i razionamen­ti, la moda giovane si sviluppa per ragioni opposte: il benessere relativame­nte diffuso recuperato dopo la Grande Depression­e, il tempo libero quale parte necessaria del quotidiano, il richiamo al sistema educativo basato sui college, il rimando al mondo dello sport con le sue simbologie e i materiali allora d’avanguardi­a. L’orizzonte del guardaroba teen non è sterminato, ma ben preciso: ruota intorno ai jeans e include maglie al posto della giacche, montgomery in sostituzio­ne al cappotto, camicie a scacchi, polo, blouson con stemmi e scritte, tutti segni di appartenen­za a un clan o a un club, mocassini invece di stringate.

Appena il benessere varca l’oceano, anche lo stile young compie la traversata. All’inizio, il modello vissuto in modo del tutto acritico sono gli States: i giovani

europei vogliono vivere spensierat­amente, divertirsi, consumare. E diventano alla velocità della luce un target imprescind­ibile per chi produce beni di consumo. Non si tratta unicamente di moda, bensì anche di cultura, tecnologia...

Relativame­nte presto però, quello che potremmo definire «happy days style» entra in crisi, per ragioni differenti legate ai mutamenti socio-politici ed economici in atto a metà degli anni Sessanta. I mercati avanzati sono ormai saturi di beni di consumo, dunque si avvertono i primi accenni di rallentame­nto, se non di crisi, nella dimensione produttiva, in Italia definita eufemistic­amente «congiuntur­a». Inizia la guerra in Vietnam e le modalità di coinvolgim­ento nel conflitto degli Stati Uniti induce a pensare che «l’impero americano» non sia tutto rose e fiori. Il calendario scorre, si arriva all’anno 1968. Con esso giunge la critica a tutto ciò, da parte dei giovani in primis, che diventa contestazi­one, ribellione, rifiuto di un modello, istanza di cambiament­o. Inevitabil­mente l’abbigliame­nto young riflette questo nuovo sentire. Nei campus di Berkeley, sulle barricate di Parigi, nelle piazze di Berlino invase ogni giorno da manifestaz­ioni, nelle facoltà occupate di Roma e Milano, gli studenti adottano una contro-moda, una non-moda fatta di trascurate­zza intenziona­le vagamente pre-grunge. È un primissimo abbozzo di street-style? Forse sì, perché davvero nasce per le strade e non è imposto dal sistema. In parallelo, lo sguardo dei giovani si volge a orizzonti ritenuti incontamin­ati: India, Afghanista­n, Sud America andina, delle cui fogge, colori e materiali i giovani si approprian­o.

Lo street style di oggi è il risultato di tutto ciò, di tutti questi passaggi e stratifica­zioni? E difficile dare una risposta univoca. Un dato però è assolutame­nte certo: il fenomeno «moda giovane» non potrà mai più essere sradicato dal lessico dello stile. Tantomeno dai mercati.

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STILE HIPPIE (ANNI SESSANTA) - VALENTINO (P-E 2018)
 ??  ?? STILE ROCKETTARO (JEFF BECK, ANNI SESSANTA) DSQUARED2 (P-E 2018)
STILE ROCKETTARO (JEFF BECK, ANNI SESSANTA) DSQUARED2 (P-E 2018)
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STILE COLLEGE (ANNI CINQUANTA) - DAKS (P-E 2018)
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STILE JEFF BECK (ANNI CINQUANTA) - AMI (P-E 2018)
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STILE CAMPUS (ANNI CINQUANTA) - RALPH LAUREN (P-E 2018)

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