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Quel gigante buono di Mats Hummels

Ha fatto piangere una città, quando ha deciso di lasciare il Borussia Dortmund, ed esultare un’intera nazione, quando al Mondiale 2014 ha segnato il gol decisivo contro la Francia. È l’erede del leggendari­o Beckenbaue­r. E in Russia punta al bis.

- di Giacomo Fasola

NELLA LISTA DEL PALLONE d’oro 2017 c’erano solamente due difensori centrali, Leonardo Bonucci e Mats Hummels. Come dire che il tedesco del Bayern Monaco e della Nazionale è fra i due migliori difensori del mondo: «Sono molto orgoglioso di quella nomination, ma ci sono altri che la meriterebb­ero…» si schernisce Hummels. La sua carriera, d’altra parte, parla per lui. Ha giocato nelle due squadre tedesche più importanti, il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco: quando nel 2016 ha cambiato maglia, dopo nove stagioni e dopo essere stato il capitano del Borussia, per vecchi i tifosi è stato un trauma. Ha vinto quattro volte la Bundesliga e, con la maglia della Germania, l’europeo Under 21 nel 2009 e i Campionati mondiali in Brasile nel 2014.

Nato a Bergisch Gladbach, nei pressi di Colonia, il 16 dicembre 1988, Mats Hummels è un esempio dentro e fuori dal campo. Grande appassiona­to di orologi («il mio preferito è il Tag Heuer Autavia con cinturino di pelle marrone: un classico che non passa mai di moda»), il tedesco è molto attivo nel sociale. È testimonia­l dell’unicef e promotore, con i colleghi Juan Mata e Giorgio Chiellini, di Common Goal: «Di solito non parlo della beneficenz­a che faccio ma, in questo caso, donare l’uno per cento dello stipendio è l’idea che sta alla base della campagna. Speriamo che parlandone altri colleghi ci seguano» spiega.

L’hanno paragonata a Franz Beckenbaue­r, un monumento in Germania e non solo: si rivede in lui? Beckenbaue­r è stato un grandissim­o campione oltre che una delle massime personalit­à nella storia del calcio tedesco. In comune con lui ho la posizione in campo e un certo modo di giocare con l’esterno del piede in certe situazioni.

In comune avete anche il Bayern Monaco, dove il «Kaiser», oggi presidente onorario del club bavarese, giocò per 14 stagioni. Sono cresciuto nelle giovanili del Bayern e tornarci anni dopo, dal punto di vista personale, è stato come far ritorno a casa: Monaco è la mia città, ci sono i miei amici. Dal punto di vista sportivo invece non userei la stessa espression­e, perché non descrivere­bbe bene quello che l’esperienza

di Dortmund ha rappresent­ato nella mia vita. Però certo: oggi sono molto contento di giocare nel Bayern.

Chi era il suo idolo da ragazzino? Ammiravo molto Zinedine Zidane. Nel 1998 avevo nove anni e il Campionato del mondo in Francia fu il primo che guardai in tv: ricordo ancora la sua doppietta in finale contro il Brasile. Mi piaceva molto il suo modo di giocare, faceva sembrare tutto semplice… Ma per trattare la palla come riusciva a fare lui ci vuole tanto, tanto lavoro. Da un Mondiale a un altro: il 14 giugno cominciano i campionati in Russia e l’italia non ci sarà. Sono rimasto sorpreso dall’eliminazio­ne degli Azzurri, come tutti, perché l’italia è una grande del calcio con una storia ricca di vittorie e di giocatori straordina­ri. Le partite contro di voi sono sempre speciali e sono sicuro che ci incontrere­mo nelle prossime manifestaz­ioni… Questa volta non vi siete qualificat­i ma questo non significa che abbiate perso le vostre qualità: da difensore

ho sempre prestato molta attenzione al modo in cui le squadre italiane difendono e allo stile dei vostri allenatori.

La Germania è campione in carica e parte come favorita. Il girone E (con Corea del Sud, Messico, Svezia) non

sembra particolar­mente ostico… Tutte e tre le squadre del nostro girone saranno molto difficili da affrontare. Nessuna di loro è favorita per la vittoria finale, è vero, ma nessuna è debole. Dovremo rimanere molto concentrat­i perché il peggio che può accadere è sottovalut­are i propri avversari.

Gli ultimi anni, a livello internazio­nale, sono stati dominati da Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Per un difensore è una fortuna o una sfortuna, trovarsi di fronte due attaccanti così forti? Giocare contro i migliori del mondo è sempre una grande esperienza. Sfidare Messi nella finale dei Mondiali del 2014, oppure Ronaldo nelle semifinali di Champions League di quest’anno: sono questi i momenti più speciali nella carriera di un calciatore.

«Il mio idolo era Zidane: faceva sembrare tutto facile»

 ??  ?? MATS HUMMELS 29 anni, difensore Un metro e 92 per 90 chili, ha vestito per 63 volte la maglia della Germania. È campione del mondo in carica.
MATS HUMMELS 29 anni, difensore Un metro e 92 per 90 chili, ha vestito per 63 volte la maglia della Germania. È campione del mondo in carica.
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 ??  ?? Hummels in azione con il Bayern, dove gioca dal 2016. Sopra, una foto backstage della campagna Tag Heuer: il difensore è ambassador del marchio e volto della partnershi­p fra la casa svizzera e la Dfl (Deutsche Fussball Liga).
Hummels in azione con il Bayern, dove gioca dal 2016. Sopra, una foto backstage della campagna Tag Heuer: il difensore è ambassador del marchio e volto della partnershi­p fra la casa svizzera e la Dfl (Deutsche Fussball Liga).
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