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Norvegia. Sul fiume scorre il Twist

QUI MONDO

- Di Pier Andrea Canei

TORRENTI, COLLINE, campi di grano, alberi a perdita d’occhio. E un edificio appena inaugurato, come un tubo attorcigli­ato che si allunga per 60 metri sul fiume Randselva: un ponte di vetro e acciaio caduto dallo spazio. A Jevnaker, piccola località country a un’ora da Oslo, il tycoon e collezioni­sta norvegese Christen Sveaas alla fine degli anni Novanta ha convertito la cartiera di famiglia in un museo industrial­e, e il bosco circostant­e nel parco-sculture di Kistefos, con opere site specific di Anish Kapoor, Marc Quinn, Tony Cragg, Jeppe Hein. Il nuovo edificio ospita mostre temporanee e parte della sua collezione privata e si chiama The Twist, come la canzone di Hank Ballard.

È costato poco più di 20 milioni di euro, e porta la firma dell’architetto danese Bjarke

Ingels: fondatore dello Studio BIG, già autore di opere sorprenden­ti, tra cui il termovalor­izzatore di Copenhagen con la pista da sci che parte dal tetto. Spiega Ingels: «Ho capito che il punto giusto non era in qualche angolo del bosco, o lungo le sponde, ma dentro il fiume. Quindi, perché non disegnare un’architettu­ra dalla doppia valenza, che fosse al tempo stesso una passerella di collegamen­to e un contenitor­e di opere d’arte?».

UNO SCRIGNO PER L’ARTE CHE SI AVVITA E SFIDA LA GRAVITÀ

Risultato: il museo di 1.000 metri quadrati, dalla silhouette snella e sinuosa, che oltre a mettere in comunicazi­one le due sponde del fiume al centro compie una torsione che sfida le leggi della gravità. Dal lato Sud si entra attraverso uno spazio a doppia altezza, privo di finestre, che converge in prospettiv­a verso il punto centrale; dall’ingresso Nord, più basso e geometrico, si notano invece le grandi vetrate affacciate sul fiume, mentre il fulcro attorcigli­ato rimane in una zona più buia che quasi scompare alla vista: «Una mossa voluta, per evidenziar­e la diversa funzione dei due spazi espositivi». C’è anche quella che Ingels chiama la pancia dell’edificio: è al primo piano sotterrane­o, vi si accede da una scala quasi nascosta. E ospita i servizi. Corredati di una lounge a gradinate che invita a contemplar­e il fiume. Come dal ventre di una scultura vivente.

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Firmato dell’architetto danese Bjarke Ingels, l’edificio sorge nel parco delle sculture di Kistefos.

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