Austria. Osservo quindi penso
Nei luoghi aperti è facile raggiungere un pubblico più vasto. In Carinzia succede allo stadio.
LA CULTURA NON APPARTIENE solo a spazi assegnati come i musei. «L’arte dovrebbe andare nei luoghi in cui le persone vivono, cioè nei luoghi pubblici». E, quindi, perché no uno stadio? Klaus Littmann è provocatorio. E ha trovato un modo eclatante, non foss’altro per le dimensioni (un rettangolo di 105x68 metri), per incoraggiare la gente a riflettere sulla tendenza che abbiamo a dare per scontata la presenza della natura. Immaginate allora di vedere una fiumana di persone che entra in uno stadio di calcio ma dentro c’è una foresta, ossia una monumentale opera d’arte pubblica realizzata per «mettere in discussione la nostra percezione della natura e interrogarci sul suo futuro» come dice Littmann, canuto professionista cresciuto a Basilea, mediatore internazionale di arte contemporanea, curatore di mostre e progettista di interventi artistici su spazi cittadini (l’ultimo dei quali è, appunto, For Forest).
Siamo a Klagenfurt, capoluogo della Carinzia nella parte meridionale dell’Austria, 95 mila abitanti e uno stadio, il Wörthersee Stadion, che ne riesce a ospitare un terzo; cittadina rinascimentale, caffè all’aperto, un mercato agricolo, un lago pulitissimo (il Wörthersee) e la torre panoramica
«SE SOPRAVVIVERE È UN’ARTE LA NATURA È UN ARTISTA» (LITTMANN)
in legno più alta del mondo. For Forest nasce qui (per poi spostarsi in un altro spazio vicino e diventare un monumento permanente) dopo una gestazione quasi trentennale. A Littmann, infatti, l’ispirazione è venuta tempo fa guardando il disegno Die ungebrochene Anziehungskraft
(Il fascino indomito della natura) eseguito nel 1970 dall’artista e architetto viennese oggi 80enne Max Peintner. A dare concretezza all’opera, cioè a ridefinire la presenza del verde, ha pensato Enzo Enea, architetto paesaggista svizzero con già un migliaio di progetti alle spalle.
Lo stadio di Klagenfurt, del 2008, è tra i più moderni del Paese ed è diventato la cornice ideale per 300 alberi, piantati nel giro di sole tre settimane, che danno il tempo alle stagioni (come vuole la natura), almeno finché non riprenderà il suo vero scopo ludico.