Photobook. Guardare oltre la (solita) vista
LA NUOVA MONOGRAFIA DI JONATHAN HIGBEE È UN PROGETTO DI FOTOGRAFIE DA STRADA LUNGO CINQUE ANNI.
CAPITA SEMPRE PIÙ DI RADO di sfogliare un libro di fotografie e restare sorpresi perché oltre all’esercizio di visione, oltre alla storia e al linguaggio riconosciamo qualcosa che ci ha già strappato un sorriso, dolce o amaro poco importa. Questo qualcosa Coincidences ce lo regala a ogni pagina, dai marciapiedi di una New York che ci invita a desiderare, comprare e consumare spinti dalla pubblicità sui cartelloni ma non solo. Perché la vita di tutti i giorni scorre davanti anche a graffiti che si srotolano da uno zaino, palloncini con la faccia di Mickey Mouse che viaggiano con noi in metropolitana, riflessi che ci catapultano in un film da brivido. Presenze che diventano surreali, come il fumo bianco che si trasforma nella curiosa aureola di una testa canuta, un padre e un figlio che nascondono i loro volti con zucchero filato e altri cento fortuiti incontri.
«IL MIO AMORE PER LA FOTOGRAFIA è iniziato per caso» racconta Jonathan Higbee. «Ci sono letteralmente inciampato dentro. A otto anni ho ricevuto la mia prima Polaroid. L’ho portata ovunque. Nel 2009 a New York ho cominciato a sperimentare la street photography, senza sapere esattamente che cosa significasse. Frequentavo artisti di strada, diventati le mie guide nella esplorazione. Ero completamente sopraffatto, sovrastimolato e ansioso. Ho adorato ogni attimo, usando la mia macchina fotografica per distillare il caos e la natura travolgente della metropoli». Coincidences è il risultato. La capacità di restare aperto al mondo, a lasciare che le storie s’incontrino tra loro, per caso. «A volte mi ci sono voluti quattro mesi per scattare. Non coreografo le scene in alcun modo, ma uso la post-produzione. So che questo è un po’ eterodosso, specialmente nella comunità di strada. Ma io non ho problemi». Noi neanche.
UNA NUOVA VISIONE DELLA CITTà DAI MARCIAPIEDI DI NEW YORK