Libro. E allora, richiamami papà
TORNANO I PROTAGONISTI DEL ROMANZO DI ANDRÉ ACIMAN , E DEL FORTUNATISSIMO FILM; MA NON È UN NORMALE SEQUEL.
«QUESTA COSA CHE QUASI NON FU MAI» ancora tenta Elio e Oliver. Sono passati più di dieci anni da quell’estate nella Riviera ligure (le campagne del Cremasco, nel film) quando un adolescente bellissimo e un giovane uomo arrivato dall’America avevano scoperto la passione. Sono passati più di dieci anni da quando André Aciman ha scritto Chiamami col tuo nome, romanzo subito di culto e poi bestseller grazie alla versione cinematografica di Luca Guadagnino, premiata con l’Oscar proprio per la sua scrittura, cioè alla migliore sceneggiatura. Il nuovo libro di Aciman, Cercami, è una strana specie di sequel. Chi cerca Elio lo trova solo a pagina 119 (a Parigi, pianista di successo) e per incontrare Oliver bisogna arrivare a pag. 231 (a Manhattan, è sposato, insegna Letteratura greca). Prima che scrittore, anche Aciman è un docente universitario alla
City University di New York. Nato in Egitto da ebrei sefarditi, nel 1965 fuggì dalle persecuzioni del regime di Nasser e trovò rifugio a Roma. I suoi romanzi eruditi, come la sua vita, spesso prendono percorsi inaspettati. Se Chiamami col tuo nome è una grande storia d’amore che diventa una specie di saggio filosofico sul senso della paternità, Cercami di amori ne racconta almeno tre, e tutti imprevedibili (e due finiscono bene, ma preparate comunque i fazzoletti).
«STAI MALE E ORA NON VORRESTI provare nulla, forse non hai mai voluto provare nulla, ma ciò che ora provi io lo invidio». Comincia così il monologo (molto discusso da chi ha visto il film) del padre di Elio, Samuel Perlman: è lui, professore ormai divorziato, il protagonista di Cercami.
La sorpresa è cosa sta per accadere nel suo cuore, che impara a battere più forte proprio nella stagione della vita in cui il resto del corpo rallenta. «Quanti di noi trovano il tempo per capire chi sono davvero i nostri genitori? A quanti strati di profondità si trovano quelli che pensavamo di conoscere soltanto perché li amavamo?».