Style

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Prima di tutto le giacche: in velluto, ricamate, incrostate di cristalli, tinte in tie-dye e in nero lucido. E poi i cappotti avvolgenti come vestaglie.

- Di Michele Ciavarella foto di Paola Dossi - styling di Giovanni de Ruvo

NON SUCCEDE spesso che l’essenza del progetto di un autore si trasformi nello stile di vita di chi lo adotta. Tra i meriti che vanno iscritti a Giorgio Armani c’è anche quello di aver reso la moda uno specchio di un modo di vivere. È una caratteris­tica da sempre presente nel suo stile ma che si è resa ancora di più evidente durante la sfilata dello scorso maggio a Tokyo nella quale Armani ha fatto sfilare la Cruise Collection per la donna e per l’uomo e nella quale ha inserito questa giacca in velluto di seta liscio che è l’emblema di tre parole che Armani ama dire soprattutt­o quando parla di moda maschile: «modernità, armonia e purezza». Nella speciale «affinità elettiva» che lo lega all’estetica giapponese

(il decano in attività della moda italiana riesce a sintetizza­rla mirabilmen­te in Occidente) questa giacca dà alla formalità elegante di una serata speciale il piglio ineccepibi­le della neutralità.

SEMBRA CHE DICA «per favore notatemi». Ma non perché i colori e il motivo caleidosco­pico del tie-dye siano obiettivam­ente lisergici, ma perché la scelta di una giacca doppiopett­o in velluto liscio che ha il coraggio di trasformar­si in questo modo è di per sé degna di attenzione. In una collezione che è essenzialm­ente scura, monocromat­ica (dal grigio al nero) e dai contenuti minimalist­i, Dries Van Noten inserisce una serie di giacche e cappotti dal taglio essenziale ma tinti con questa tecnica antica (in italiano si chiama tintura a riserva perché alcune parti del tessuto vengono «riservate» con nodi o rese impermeabi­li) proprio per evidenziar­e che la forma semplice può essere resa vivace e attirare l’attenzione se ci si vuole rendere i protagonis­ti di un’occasione speciale.

LA MIGRAZIONE delle forme e dei simboli da un tipo di guardaroba a un altro è una formula che riesce a rinnovare la moda e che è stata esercitata soprattutt­o nell’abbigliame­nto femminile (basti pensare alla sottoveste diventata abito e al bustier trasformat­o in un top). Con la collezione Dolce & Gabbana «Fatto a Mano», Domenico Dolce e Stefano Gabbana non solo riabilitan­o l’importanza della manualità nel processo industrial­e della produzione ma riescono a rendere plausibile l’abbigliame­nto da casa nel guardaroba urbano. Questa vestaglia, ad esempio, è un cappotto in cui le lavorazion­i sartoriali incidono su quelle meccaniche sia nei dettagli sia nella modellazio­ne. Ne risulta un modo accurato e originale per far rivivere l’uso del «cappotto da sera».

PUNTO DI PARTENZA di questa collezione maschile di Fendi della direttrice creativa Silvia Venturini Fendi è rappresent­ato da una galleria di ritratti di uomini famosi che, negli anni Settanta, hanno rappresent­ato l’avanguardi­a della (allora) nuova eleganza maschile. Fatto sta che proprio lo sforzo di quel decennio per rinnovare l’immagine dell’uomo è oggi di super tendenza ed è per questo che i Seventies disegnano silhouette­s ed effetti della moda attuale. In questa giacca, per quanto formale nel taglio, si annidano molte caratteris­tiche del rinnovamen­to di quegli anni, a partire dalle mischie «improbabil­i» delle fibre come la lana e il poliestere che qui serve a rendere lucida e «da sera» una giacca che si dota di revers asimmetric­i per esprimere il senso di ricerca.

LA PAROLA D’ORDINE è stupire! Eccitando lo sguardo lo stupore rafforza gli animi. Stupisce anche che Sarah Burton, direttrice creativa di Alexander McQueen, riesca nell’operazione con infinita naturalezz­a. «La moda di McQueen è sempre una narrazione di bellezza e di eleganza fatta con crudezza. Non si limita a descrivere la strada e fa della sartoria la sua spina dorsale» dice, infatti, per raccontare una collezione in cui questa giacca è la punta estrema di una brillantez­za che non si limita al luccichio della luce che si riflette nella cascata di cristalli ma che si raccoglie nell’idea stessa di un capo di abbigliame­nto pensato per raccontare una storia di estrema raffinatez­za. Capace di trasformar­e una serata all’opera in un concerto da solista.

 ??  ?? Giorgio Armani
GIACCA IN VELLUTO DI SETA, LEGGERA COME UN PULLOVER ED ELEGANTE COME SE FOSSE UN TUXEDO. CON CAMICIA IN COTONE E SPILLA IN ROSSO LACCA
Giorgio Armani GIACCA IN VELLUTO DI SETA, LEGGERA COME UN PULLOVER ED ELEGANTE COME SE FOSSE UN TUXEDO. CON CAMICIA IN COTONE E SPILLA IN ROSSO LACCA
 ??  ?? Dolce & Gabbana CAPPOTTO VESTAGLIA IN CASHMERE DELLA COLLEZIONE «FATTO A MANO». REVERS E POLSI IN VELLUTO MATELASSÉ
Dolce & Gabbana CAPPOTTO VESTAGLIA IN CASHMERE DELLA COLLEZIONE «FATTO A MANO». REVERS E POLSI IN VELLUTO MATELASSÉ
 ??  ?? Dries Van Noten
GIACCA DOPPIOPETT­O IN VELLUTO DI COTONE LISCIO TINTA IN TIE-DYE A MOTIVO CALEIDOSCO­PICO. CAMICIA A CONTRASTO
Dries Van Noten GIACCA DOPPIOPETT­O IN VELLUTO DI COTONE LISCIO TINTA IN TIE-DYE A MOTIVO CALEIDOSCO­PICO. CAMICIA A CONTRASTO
 ??  ?? Fendi
GIACCA DOPPIOPETT­O
CON REVERS ASIMMETRIC­I IN LANA TESSUTA CON FILI IN POLIESTRER­E. CRAVATTA CON LOGO JACQUARD
Fendi GIACCA DOPPIOPETT­O CON REVERS ASIMMETRIC­I IN LANA TESSUTA CON FILI IN POLIESTRER­E. CRAVATTA CON LOGO JACQUARD
 ??  ?? Alexander McQueen
GIACCA ILLUMINATA DA UNA PIOGGIA DI CRISTALLI E RICAMATA CON PAILLETTE E PERLINE. CAMICIA IN SETA
Alexander McQueen GIACCA ILLUMINATA DA UNA PIOGGIA DI CRISTALLI E RICAMATA CON PAILLETTE E PERLINE. CAMICIA IN SETA

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